Pontebbana, un altro giorno di passione

Giovedì 24 Maggio 2018
Pontebbana, un altro giorno di passione
IL CALVARIO
PORDENONE Pontebbana, un altro giorno di passione. Ieri un nuovo incidente ha interessato il tratto friulano dell'autostrada A4, facendo di conseguenza aumentare il traffico sulla Statale 13. Non fa quasi più notizia, ma conferma le preoccupazioni e il grido di dolore di chi vive affacciato sulla strada killer del Friuli Occidentale. L'analisi dei problemi, pubblicata ieri su queste pagine, ha suscitato molte reazioni. C'è chi si è rivisto al 100 per cento nei cittadini che hanno scelto di metterci la faccia e protestare, ma anche chi, in veste di amministratore pubblico, ha annunciato l'attenzione di intervenire, per quanto possibile, per limitare i disagi in futuro.
LA MISSIONE
A prendere la parola è stata prima di tutto Cristina Amirante, assessore alla Viabilità del Comune di Pordenone. È stata lei, appena insediata, a ripescare dalla polvere di un cassetto il progetto di un nuovo ponte sul Meduna. Ma qui si parla anche di altro, cioè dell'inquinamento insostenibile che ogni giorno costringe in casa migliaia di persone lungo la direttrice della Pontebbana. «A fine marzo - spiega - abbiamo presentato uno studio sulle polveri sottili e sull'inquinamento prodotto dalla statale che attraversa anche il tessuto urbano della città. Si parla di aree prioritarie, nelle quali sorgono anche istituti scolastici. Dobbiamo intervenire innanzitutto lì, piantando alberi e favorendo una riduzione degli agenti inquinanti».
E lo studio ora finirà in Regione. Ieri il vice presidente Riccardo Riccardi ha assicurato che il traffico lungo la Pontebbana sarà certamente un tema importante per la nuova giunta guidata da Massimiliano Fedriga. Amirante però vuole fare di più e più in fretta. Prima di immaginare grandi opere in grado di sgravare la Pontebbana dalle migliaia di mezzi pesanti in transito ogni giorno, infatti, bisogna pensare a come tamponare i rischi per la salute. Lo studio di cui è in possesso il Comune ricalca in buona sostanza i risultati emersi dall'analisi svolta a suo tempo dal Cro di Aviano: la statale, con la sua mole di tir e i suoi sbuffi di gas di scarico, favorisce l'insorgenza di gravi patologie che interessano l'apparato respiratorio. «Per questo andremo in Regione - ha spiegato ancora Amirante - e proporremo proprio l'adozione delle buone pratiche (la piantumazione di alberi prima di tutto, ndr) in tutto il Fvg, quindi anche lungo l'asse della Pontebbana che non è di competenza pordenonese».
La sofferenza maggiore è avvertita infatti dagli abitanti di Casarsa e Zoppola. Lo studio sviluppato a Pordenone si rivolge anche ai piani urbanistici e al mondo dell'edilizia. Se non si può togliere i camion dalla Pontebbana, infatti, secondo Amirante «bisogna stabilire regole urbanistiche chiare per ridurre l'edilizia nei punti critici». In poche parole, serve un piano per disincentivare l'urbanizzazione di zone ad alto rischio inquinamento.
TESTIMONIANZE
Ma non c'è solo la pubblica amministrazione. Dopo il report pubblicato ieri, hanno avanzato proposte anche comuni cittadini. Esistono ad esempio (e il Comune di Pordenone aveva già vagliato l'ipotesi anche per il centro storico) dei maxi-pannelli mangia smog. Sono stati brevettati in Lombardia, a Pavia, e la loro affissione garantisce la diminuzione degli agenti inquinanti. Tappezzare la Pontebbana di pubblicità in grado di mangiare lo smog prodotto dalle auto potrebbe essere un'idea, anche se l'operazione non sarebbe certamente gratuita. Si parla poi di particolari alberi che combattono l'inquinamento (i Citytrees) e ancora di asfalti capaci di attutire il rumore. In passato era stata avanzata anche un'ipotesi relativa a sistemi super-innovativi in grado di lavare periodicamente la sede stradale e di incollare le particelle altamente inquinanti al suolo, impedendone la volatilità. Insomma, le soluzioni ci sarebbero anche. Serve la convinzione di poterle mettere in pratica prima che sia troppo tardi.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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