Polizia locale, sì alle nozze sperimentali con Cordenons

Venerdì 20 Luglio 2018
Polizia locale, sì alle nozze sperimentali con Cordenons
VIGILANZA E SICUREZZA
PORDENONE Via libera all'unificazione, per ora in via sperimentale, della Polizia locale di Pordenone con quella di Cordenons. Ma per l'opposizione si tratta di una scelta che premia il no di Cordenons all'Uti e apre le porte alla figura del sindaco-sceriffo.
«Se l'obiettivo è la città dei 100mila, avete intrapreso la strada più lunga e tortuosa - commenta Fausto Tomasello (Pd) -. Non comprendo per quale motivo non continuare questo percorso all'interno dell'Uti. Avete assecondato un pregiudizio politico di un'amministrazione amica. Con questa convenzione, poi, state istituendo il sindaco sceriffo, che di fatto viene istituzionalizzata allargando poteri e discrezionalità in ambito di sicurezza. Ci troveremo di fronte a sindaci che promulgheranno ordinanze ai fini di accontentare le pulsioni più varie. Sulla condivisione dei servizi siamo favorevoli; ma una serie di criticità fanno sì che su questo documento diamo un giudizio negativo».
«La perplessità tecnica che accompagna questa delibera - conferma Nicola Conficoni (Pd) riguarda il modo in cui i vantaggi vengono ripartiti tra i diversi Comuni, vista la disparità delle risorse», Quanto alle Uti, Se Cordenons avesse voluto ottemperare alle disposizioni normative, avrebbe dovuto entrare in Uti. Invece ha creato delle complicazioni per gli altri Comuni che hanno aderito alla normativa. Zoppola ha difficoltà a entrare perché viene a mancare la continuità territoriale. Ora Pordenone gli lancia una ciambella di salvataggio: è un atto premiale nei confronti di chi non si è comportato bene, un atteggiamento risarcitorio nei confronti dei ribelli che sta venendo avanti anche a livello regionale nell'assegnazione delle risorse».
L'assessore Emanuele Loperfido sottolinea come la convenzione sia aperta: «Nulla toglie che anche i Comuni che fanno parte dell'Uti del Noncello e che non sono stati convinti da quel progetto possano entrare a farne parte».
«La definizione di sindaco-sceriffo è inopportuna - aggiunge il primo cittadino Alessandro Ciriani -, perché non sono io che decido come utilizzare la Polizia locale. Se è la quantità di agenti che determinano il sindaco sceriffo, allora il presidente dell'Uti è il giustiziere della notte. Come può essere oggi la soluzione il conferimento in Uti, quando non è stato voluto nemmeno dai Comuni che ne facevano parte? L'Uti non è un'associazione, è un'istituzione, e conferirvi la Polizia locale significava spogliarsi dalle relative competenze».
Quanto alle politiche regionali, la replica arriva da Mara Piccin (Forza Italia): «Non accetto che rispetto ai Comuni che hanno fatto una sorta di resistenza buona qui si pronunci una condanna. È giusto che quei Comuni oggi si trovino ad avere un vantaggio rispetto agli altri, perché hanno patito dei disagi».
L.Z.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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