Più tasse ai negozi sfitti, sì dell'Ascom

Giovedì 13 Dicembre 2018
Più tasse ai negozi sfitti, sì dell'Ascom
NEGOZI SFITTI
PORDENONE Quasi due punti in più di aliquota Imu per i negozi del centro, ma con una detrazione di tre per quelli affittati. Dopo quella degli incentivi, è questa la nuova via che l'amministrazione ha deciso di tentare per rilanciare le attività commerciali.
L'ASCOM
La soluzione incassa l'appoggio del presidente di Ascom Confcommercio Alberto Marchiori. In pratica, se finora la categoria C1 (ossia, appunto, i negozi) pagava un'aliquota dell'8,85 per mille, nel 2019 i locali commerciali che si trovano nell'area interna e limitrofa al ring la vedranno schizzare al 10,6 per mille. Ma si tratta, di fatto, di un aumento che riguarderà solamente i locali sfitti, dal momento che quelli locati potranno usufruire di una agevolazione che li porterà a un'aliquota inferiore a quella attuale, ossia al 7,6 per mille. Infine, se nel corso dell'anno 2019 un negozio inizierà un'attività, potrà beneficiare di un'aliquota del 6 per mille.
L'AUMENTO
Una soluzione che, appunto, ha l'appoggio di Marchiori: «Il mio consiglio sarebbe stato quello di triplicare l'Imu laddove ci sia un'inerzia colpevole da parte del locatore - va ancora oltre il presidente dell'Ascom -, e ci sono situazioni conclamate di questo tipo in città. Io sono, naturalmente, a favore del diritto del proprietario di impiegare i locali come vuole, ma quando questo arreca un danno alla collettività ci deve essere un limite. Purtroppo abbiamo una normativa nazionale che non fornisce strumenti per intervenire su queste situazioni, ma un amministratore oculato deve agire con gli strumenti che ha a sua disposizione. Bisognerebbe poter stabilire un criterio oggettivo di valutazione delle responsabilità ma, una volta chiaro che la colpa per un immobile sfitto è del locatore, un'amministrazione fa bene a intervenire. Ci fossero anche strumenti più incisivi, ben vengano.
ALTRI IMMOBILI
La soluzione anzi, secondo Marchiori, andrebbe allargata anche agli altri immobili, non solamente a quelli a destinazione commerciale, a tutto quel patrimonio immobiliare degradato che c'è anche in città - spiega -: ruderi che sarebbe il caso di demolire, ovviamente mantenendo tutti i diritti edificatori. D'altra parte, il presidente di Ascom Confcommercio rilancia anche esperienze come quella di Corte del bosco, dove con l'associazione Sviluppo e territorio era stato portato avanti un progetto per popolare gli immobili sfitti attraverso soluzioni che prevedevano una prima fase di comodato gratuito o di canone agevolato. Quanto ai proprietari, Marchiori fa notare loro come i costi di un immobile sfitto siano maggiori rispetto a quelli di uno locato: Oltre alle tasse e ai vari costi fissi, occorre tenere presente anche che gli impianti e gli immobili stessi, quando non vengono utilizzati, subiscono un degrado molto più rapido e necessitano poi di manutenzione e sostituzione. Dunque si tratta di una scelta che, a conti fatti, è antieconomica anche per loro. Il punto principale sono comunque le conseguenze sull'immagine della città e sulla sua proposta commerciale: I proprietari sono liberi di gestire i loro immobili, ma è giusto che un'amministrazione abbia gli strumenti per tutelare gli interessi della collettività: un immobile sfitto rappresenta un danno d'immagine e anche un danno economico, dal momento che - lo dimostrano anche le ricerche - un locale vuoto è un'interruzione del flusso commerciale che si ripercuote su tutti.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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