PICCOLI NEGOZI
PORDENONE Pur di non farsi erodere dalla concorrenza l'ormai risicata

Sabato 24 Febbraio 2018
PICCOLI NEGOZI
PORDENONE Pur di non farsi erodere dalla concorrenza l'ormai risicata fetta dei clienti, gli alimentaristi si stanno facendo in quattro, non solo moltiplicando offerte e sconti, ma anche proponendo la consegna a domicilio della spesa e, persino, riesumando il vecchio libretto a favore di chi non ce la fa ad arrivare a fine mese. Servizi destinati quasi esclusivamente ai residenti di una certa età, ma che, lo dicono le statistiche, rappresentano una fascia della popolazione in costante crescita. Ne sa qualcosa il pioniere della consegna a domicilio della spesa, Angelo Carlet, 62 anni, titolare dell'omonimo market di via Cavallotti, che ormai ne fa mediamente 120 al mese. «Per non perdere attrattività, ora sono molti i negozi che si stanno attrezzando in questo senso - sottolinea Sergio Bertanza, presidente del comparto alimentaristi dell'Ascom Confcommercio - e la cosa quasi tragica - aggiunge - è che per tanti, soprattutto quelli più piccoli, sta diventato l'unica formula di sopravvivenza: un modo per tenersi la clientela, così come quello di fare credito ai più bisognosi negli ultimi giorni del mese».
SPESA A DOMICILIO
Anche la Pam (sia quella del centro che quella di viale Grigoletti), si sta cimentando nel servizio di consegna, ma solo di prodotti non deperibili, scelti direttamente dal cliente, ma a differenza dei piccoli negozi di quartiere, che lo fanno gratuitamente, si fa pagare. «Anche la Crai, che ha appena allestito il sito on line dal quale poter ordinare i prodotti alimentari, da fine mese darà vita al recapito della spesa - aggiunge Bertanza - e chiederà 5 euro per il servizio su acquisti sino a 35 euro, mentre lo offrirà gratis a chi spenderà di più». Gestire un sito non è però una cosa facile e, per contro, molti anziani non sono in grado di utilizzare un computer, pertanto la scelta dei prodotti il più delle volte viene fatta direttamente dal consumatore nel negozio. «Solo in casi eccezionali - sottolinea Angelo Carlet, da 40 anni dietro il bancone Crai in via Cavallotti - prendiamo gli ordini al telefono. La consegna (sino a Torre o a Villanova) la facciamo o nella pausa pranzo o dopo la chiusura serale, per un costo di 3 euro. Ormai abbiamo tanti clienti anziani che non possono certo andare al centro commerciale, dove invece vanno i giovani e le famiglie approfittando del fatto che c'è il parcheggio gratuito. Per noi è un impegno in più, ma lo dobbiamo fare, come sempre, perchè ormai questa è diventata una strada di passaggio e le uniche attrazioni siamo noi e la pasticceria Reale. Tutti gli altri negozianti sono via via scomparsi (o hanno chiuso o si sono trasferiti) e della storica associazioni di via Cavallotti, da 27 che eravamo - dice sconsolato - siamo rimasti in due».
I QUARTIERI
I piccoli negozi di quartiere, come detto, non fanno pagare la consegna a domicilio, «ma la considerano una gentilezza, un piacere a favore del cliente - precisa Paolo Costalonga dell'Orto in città, che si trova alle Grazie - dal quale andiamo con le borse sin sulla porta di casa, quando non le lasciamo direttamente sulla tavola». E anche Costaloga, come altri colleghi, racconta che per alcuni suoi clienti la coperta è spesso così corta «che non solo non potrebbero pagarsi il servizio di consegna, ma non riuscirebbero neppure a saldare il conto di frutta e verdura negli ultimi giorni del mese e, pertanto, mi chiedono la concessione del credito». E la stessa cosa accade all'ortofrutta di Loreta Sist, in piazza Risorgimento, che fa le consegna a domicilio dei prodotti in bicicletta. Ma c'è anche chi ha riesumato il libretto della spesa, per facilitare l'economia domestica dei clienti in difficoltà, chiedendo il saldo nei primi giorni del mese. Tra coloro che si sono accollati questo ruolo sociale, oltre che commerciale, c'è Umberta Bottos dell'alimentari B&B di via Mazzini. «Anch'io se posso faccio le consegne a domicilio gratuitamente - dice l'alimentarista - ma solo se si tratta di andare nei dintorni, perchè sono sola e non posso contare su alcun aiuto. Ormai - considera - fare questo lavoro è diventato difficile e la concorrenza è tanta. Nel mio negozio spesso viene soltanto chi è in emergenza, perchè si è scordato di acquistare qualcosa altrove».
Antonella Santarelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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