Oltre due anni per la rapina alla Pam ma naufraga il piano espulsione

Mercoledì 25 Aprile 2018
IL CASO
PORDENONE Non sarà espulso Precious Osagie, il nigeriano di 28 che il 21 agosto 2017 affrontò i carabinieri con un coltello a serramanico dalla lama lunga 7 centimetri, dopo aver rubato 15 euro di pane e würstel alla Pam di corso Garibaldi. Il suo ex legale, Alessandro Magaraci, l'aveva convinto a tornare in Nigeria e aveva trovato una soluzione: patteggiare una pena da 2 anni per rapina, minacce, resistenza e porto di oggetti atti ad offendere, una pena da convertire con l'espulsione. Osagie aveva accettato. Il problema è che non ha un documento valido per l'espatrio. È senza passaporto, non può varcare i confini italiani. La difesa era riuscita a recuperare l'attestato originale di nascita, il provvedimento con cui la Questura rigettava il rinnovo del permesso di soggiorno, la sentenza che negava a Osagie l'asilo politico e la copia del primo permesso di soggiorno per motivi umanitari. Tutto è naufragato per via di un passaporto che non c'è e di un'ambasciata, quella nigeriana, che non ha mai risposto alle richieste avanzate dalla Questura di Pordenone.
Dopo quattro mesi di tentativi, il gup Eugenio Pergola ha dovuto rigettare il patteggiamento. Ieri il 28enne, difeso dall'avvocato Laura Diana, è stato processato in udienza preliminare con rito abbreviato. Il pm Maria Grazia Zaina ha chiesto la condanna e il giudice ha inflitto 2 anni 14 giorni di reclusione e 635 euro di multa. A Osagie è stata anche revocata la condizionale. Attualmente si trova in misura cautelare nella casa circondariale di Pordenone.
Quando fu arrestato, il 28enne era già sottoposto all'obbligo di firma per un episodio analogo che risaliva al 12 agosto. Oltre ad essere armato di coltello a serramanico, nello zainetto aveva anche un tondino di ferro lungo 44 centimetri e dal diametro di 1,5.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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