Oltre 400 in città, la difficile accoglienza allargata

Venerdì 17 Novembre 2017
Oltre 400 in città, la difficile accoglienza allargata
I NUMERI
PORDENONE Sono circa 400, attualmente, i richiedenti asilo presenti in città, ma il loro numero dovrebbe ridursi a 212 se il nuovo bando emanato dalla Prefettura riuscirà a realizzare la tanto auspicata distribuzione fra i Comuni, che assegna poi fra l'altro 91 persone a Sacile, 86 a Cordenons, 61 a San Vito al Tagliamento, 59 ad Azzano Decimo e 57 a Porcia, fra i Comuni maggiori. Le quote minime sono di sei persone, per i piccoli Comuni come Barcis, Cimolais, Erto e Casso e altri ancora. Il dato relativo ai circa 400 richiedenti asilo che si trovano oggi sul territorio comunale è stato richiamato in Consiglio comunale anche dal sindaco Alessandro Ciriani, che ha ribadito le ragioni della sua contrarietà al dormitorio e a nuove presenze: «Il fatto che ci sia una presenza ormai anomala è una certezza. Si è sforato ampiamente il livello dell'accordo Anci-Ministero, ed evidentemente una presenza così sovrabbondante di persone crea un evidente problema. Lo stesso prefetto Mario Morcone dice che il focus principale dell'attenzione del Ministero è il Friuli Venezia Giulia». Ciriani ha poi sottolineato «la chiusura a riccio di alcuni Comuni di questo territorio, che hanno rifiutato sistematicamente l'accoglienza diffusa, adducendo ogni genere di scusa. Alcuni di questi Comuni hanno un'appartenenza politica ben definita e sicuramente lontana dalla mia». Per quanto riguarda il dormitorio, ha continuato, «è scientificamente dimostrato che l'apertura dell'ospitalità aumenta l'afflusso, con un effetto distorto anche dalla reti solidali. Aprire un dormitorio a Pordenone significa trasferire persone da Gorizia a Pordenone, perché qui il sistema di solidarietà è ampio, e quindi sai per certo che ci sarà qualcuno come la Croce rossa che dà spazio a chiunque. Se aprissimo il dormitorio a Pordenone per 50 persone, ne arriverebbero altrettante e poi altre ancora, fino a quando non avremo accolto tutti i richiedenti asilo del mondo. Apro anche il dormitorio se si alleggerisce la città, ma perché non è possibile crearlo altrove? Vorremmo fare politiche inclusive più efficaci, se avessimo un numero di persone su cui lavorare».
L.Z.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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