Oltre 160 alloggi in nero a Pasqua

Venerdì 19 Maggio 2017
Oltre 160 alloggi in nero a Pasqua
Decine e decine di posti letto fra stanze singole, interi appartamenti e pure ville. Nel centro storico cittadino, come in provincia. Prezzi che vanno da 16 a 50-60 euro, eventualmente con l'aggiunta delle spese di pulizia. Una manciata i B&B con tutte le carte in regola, per il resto si tratta di alloggi privati il cui indirizzo viene comunicato una volta confermata la prenotazione. Stanze lasciate libere da figli usciti di casa, ma anche villette vuote. Federalberghi denuncia, anche in provincia, il boom del sommerso nel settore del turismo. E trova una sorta di termometro della situazione nel sito www.airbnb.it, portale online che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi con chi dispongono di uno spazio da affittare. Ad aprile scorso, rileva Federalberghi, nella settimana di Pasqua in provincia di Pordenone risultavano disponibili su Airbnb 168 alloggi di cui 98 (il 58,33 per cento) riferiti a interi appartamenti, 140 (83,3 per cento%) disponibili per più di sei mesi e 93 (55,35 per cento) gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio. Dall'analisi delle inserzioni presenti emergono grandi falsità secondo Federalberghi. In particolare non si tratterebbe di attività occasionali in quanto la maggior parte degli annunci si riferisce ad alloggi disponibili per oltre sei mesi all'anno, non sarebbero forme integrative di reddito ma attività economiche a tutti gli effetti e non è condivisa l'esperienza con il titolare in quanto la maggior parte degli annunci si riferisce all'affitto di appartamenti in cui non abita nessuno. Infine per l'associazione di categoria le nuove formule non vanno a compensare la mancanza di offerta che è concentrata nelle grandi città e nelle principali località turistiche. Ne consegue che vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori e del mercato. Per la presidente provinciale Ascom del gruppo Albergatori, Giovanna Santin, «il fenomeno danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza, ed entrambe sono preoccupate della concorrenza sleale che inquina il mercato. In questo senso ci stiamo attivando per tutelare e mettere assieme le strutture di bed and breakfast attraverso l'offerta di servizi innovativi e qualificati». I numeri della shadow economy riferiti ad aprile e presenti su Airbnb davano disponibili 214.483 alloggi italiani con un incremento del 25,6 per cento rispetto al 2016, a fronte di 103.459 strutture di natura analoga (appartamenti in affitto e bed and breakfast) censite dall'Istat. Secondo la federazione si può pertanto certificare ufficialmente l'esistenza di almeno 110mila alloggi che sfuggono a ogni controllo, probabilmente il doppio.
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