Malumori sull'accordo con Udine Le scuse ai consiglieri dimenticati

Mercoledì 22 Agosto 2018
TERRITORIO DA SALVARE
PORDENONE Il giorno dopo che la giunta camerale ha accolto la proposta di accordo con Udine sull'unificazione dei due spunta più di qualche malumore. In particolare per il mancato invito dei consiglieri regionali, sia di maggioranza che di minoranza. Una esclusione - a differenza dei precedenti incontri di giugno in cui anche i consiglieri erano stati invitati alle barricate - che ha fatto un bel po' di rumore. Tanto che, ieri mattina, il presidente uscente della Cciaa Giovanni Pavan ha dovuto rimediare spedendo una mail a tutti i tredici rappresentati pordenonesi in Consiglio regionale. Un messaggio di scuse che però - soprattutto tra le fila dei gruppi regionali di minoranza - non è bastato per fare rientrare le polemiche su quello che alcuni ritengono una esclusione voluta. Meglio evitare - si sostiene tra gli oppositori della maggioranza regionale - il rischio di avere a palazzo Montereale Mantica qualche critica all'intesa. Soprattutto sul fatto che pare ormai messa in archivio l'ipotesi della Camera unica regionale. Sulla quale insistono anche i Cinque Stelle. Siccome sarebbe ostacolata da Trieste, meglio mantenere la situazione attuale. Inoltre, più di qualcuno ha fatto notare che sia nel documento che i sindaci si sono impegnati a portare nei Consigli comunali che nell'ordine del giorno (prima firmataria la consigliera azzurra di maggioranza Mara Piccin) discusso in Regione due erano i capisaldi: interrompere l'iter di unificazione tra Udine e Pordenone e procedere nella direzione della Camera unica regionale. Con l'intesa entrambe le situazioni vengono meno.
SCUSE AI CONSIGLIERI
«Con riferimento all'incontro del Consiglio camerale - ha scritto ieri mattina Pavan ai consiglieri - con la presenza allargata ai sindaci mi scuso per il mancato recapito dell'invito a tutto il gruppo consiliare a causa di un disguido meramente tecnico dovuto al cambio di software utilizzato dagli uffici. Desidero precisare che durante la riunione è chiaramente emerso il vostro prezioso lavoro di mediazione e sostegno alla nostra causa. Mi spiace sinceramente per l'accaduto e auspico che l'inconveniente non incrini la reciproca fiducia e il lavoro finora intrapreso insieme». Ma le contrarietà restano. «L'accordo non è certo soddisfacente - sottolinea il capogruppo Pd in Regione, Sergio Bolzonello - perché rappresenta la tomba della Camera unica regionale, fino al giorno prima voluta da tutti. L'impressione è che ciò che si è venduto come provvisorio diventi definitivo poiché molto difficilmente la Regione avrà l'autonomia in materia. Monitoreremo e tra tre mesi, ogni mese, chiederemo conto sulla vicenda al presidente Fedriga».
LA CONTRARIETÀ
A bocciare l'intesa è stato il sindaco di Valvasone Arzene Markus Maurmair. «Mi sono sentito tradito - ha detto - perché prima ci è stato chiesto l'appoggio su una battaglia che era per la difesa e il mantenimento della Camera di Pordenone mentre poi siamo stati chiamati a cose fatte, senza essere informati prima, su un'intesa che di fatto sancisce l'unificazione con una equa spartizione di poltrone tra le categorie dei due territori. Non erano questi i patti. Ci hanno usato per ottenere più poltrone al vertice. Almeno si mettano facce nuove. Ma il mio timore è che ciò che viene spacciato come provvisorio resti definitivo. E anche se, cosa assai difficile, la Regione otterrà tra un anno la competenza per riorganizzare le Camere sarà difficile ridividere l'ente unico che sta nascendo. Inoltre, sbagliato cedere sulla linea giudiziaria ritirando tutti i ricorsi». Intanto le categorie hanno espresso i quattro nomi per la giunta degli otto: Unindustria nomina Pavan (Agrusti sarebbe stato costretto per favorire l'accordo a fare un passo indietro), Confartigianto esprime Silvano Pascolo e Confcommercio Alberto Marchiori. Mentre Coldiretti porta in giunta il vicepresidente Marco De Munari.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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