LE SPERANZE tradite

Domenica 19 Febbraio 2017
LE SPERANZE tradite
Sono centinaia i ragazzi truffati dalle agenzie on line procacciatrici di piccoli lavoretti, che spesso, invece di aiutare come promettono i giovani a racimolare qualche voucher, agiscono solo per il proprio tornaconto. Infatti, dopo aver reclutato un ragazzo o una ragazza per farli lavorare per un giorno o due in un locale, per presentare creme o biscotti in un negozio o per fare l'hostess in una manifestazione, i referenti delle agenzie scompaiono, le mail restano senza risposta e i soldi non arrivano. Trattandosi di cifre di 60 o di 90 euro, i ragazzi, spiegano le forze dell'ordine, rinunciano a presentare denuncia e ad affrontare le spese legali e processuali che ne deriverebbero. «Ed è proprio contando su questo atteggiamento di rinuncia - sottolinea l'avvocato Fabiano Filippin (nella foto) - che queste agenzie telematiche si arricchiscono sulle spalle dei ragazzi. Dopo aver percepito, naturalmente, anche il compenso da parte dell'impresa o della ditta che li ha incaricati di reclutare la forza lavoro. Da quanto ho scoperto, prendendo a cuore il caso di una ventenne pordenonese, che, invece, in nome del principio, vuole vedere tutelati i propri diritti, ho scoperto dalle visure che l'agenzia con tanto di app che l'ha fatta lavorare gratis per un giorno come promoter in un negozio di animali, ha sede al Sud e ha ben 21 dipendenti. Questo significa che ha un buon giro di affari. Ma non si è degnata di rispondere alla diffida formale che le ho inviato. Pertanto ora dovrò passare alla fase della denuncia per truffa, con tanto di segnalazione all'ispettorato del lavoro e al garante delle telecomunicazioni». I casi di giovani raggirati, come detto, sono tantissimi, ma anche se le entità del danno sono minime, aggiunge Barbara Puschias, presidente regionale della Federconsumatori, «le denunce vanno fatte sempre e comunque, soprattutto se la condotta di questi sedicenti mediatori è seriale. La segnalazione all'autorità di vigilanza è gratuita e quest'ultima può anche bloccare l'operatività del sito che si è comportato in maniera fraudolenta». I finti procacciatori di lavoro, non agiscono però solo attraverso la rete o telefonicamente. «Di recente ho partecipato sotto mentite spoglie a un incontro con i gestori di una app finalizzata alla ricerca si lavoro - racconta infatti Pierluigi Chiarla, presidente provinciale del Codacons - e ne ho sentite di tutti i colori. Ho fatto anche un intervento per avvertire i presenti sui rischi che correvano e ne è nata una discussione. Ma il bisogno di trovare lavoro e risorse e la paura della disoccupazione rendono spesso la gente, sopratutto i ragazzi, ciechi e vulnerabili».
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