Un anniversario della Liberazione quello di oggi caratterizzato da diverse prime volte. Le celebrazioni del 25 Aprile di quest'anno (inizio alle 9,15) saranno, infatti, le prime - dopo quasi mezzo secolo - il cui la Provincia non sarà rappresentata. Per la prima volta l'ente - commissariato e ormai in liquidazione - decorato con Medaglia d'oro al valore militare per la Resistenza non ci sarà. Ci sarà, ovviamente, il gonfalone gialloblu sul quale è appuntata la Medaglia d'oro che sfilerà con i gonfaloni del Comuni e delle associazioni combattentistiche e d'arma. Ma quella di oggi sarà anche la prima volta per l'avvocato Loris Parpinel nella veste di presidente provinciale dell'Anpi: il numero uno dell'Associazione nazionale dei partigiani è stato infatti eletto nel dicembre scorso dopo le dimissione di Giuseppe Mariuz. E per certi versi sarà anche un debutto per Alessandro Ciriani: è infatti la prima volta che partecipa alla manifestazione in veste di sindaco. In passato quando è stato presente lo era nei panni di presidente della Provincia. In ogni caso per lui si tratta di un ritorno dopo cinque anni di assenza: una scelta dettata dalla volontà di evitare polemiche sulla celebrazione vista la presenza dei gruppi anarchici e di sinistra pronti a fischiarlo. E invece non sarà la prima volta per il collettivo anarco-libertario PnRebel: come gli anni scorsi i gruppi saranno presenti in piazzale Ellero dei Mille fino alle 10,30. A quell'ora il corteo istituzionale prenderà la via del centro studi dove saranno deposte le corone in memoria dei partigiani Martelli e Drusin. Il corteo anarchico prenderà, invece, la strada dell'ex caserma Martelli per commemorare i nove partigiani fucilati dai nazifascisti.
«Commemoriamo - sottolinea il presidente Anpi, Loris Parpinel - 72 anni dopo chi ha combattuto per liberare l'Italia dalla dittatura fascista e dall'esercito nazista. Una storia che va riconosciuta e accettata perché, nel rispetto di tutti i morti, deve essere chiara la distinzione tra chi, consapevolmente o inconsapevolmente, si è schierato dalla parte del nazifascismo e chi invece lo ha avversato sacrificando la propria vita in nome di principi e di valori universali e indiscutibili. Una storia - aggiunge Parpinel, facendo riferimento ad alcuni passaggio del suo intervento odierno - che deve essere definitivamente condivisa perché solo così un Paese può guardare con serenità e determinazione al proprio futuro». E rispetto a possibili contestazioni il presidente dell'Anpi lancia un fermo appello: «Oltre che una celebrazione, quella del 25 Aprile è una festa. Noi vogliamo che sia di tutti. E quindi auspichiamo che ci sia un clima di condivisione e di serenità. Speriamo di sentire molti applausi, mentre i fischi non saranno graditi». Un appello che suona come un richiamo anche al valore del rispetto. Un auspicio su una giornata che - anche quest'anno - ha visto più polemiche. A Pordenone il Pd ha sottolineato l'assenza dal sito internet del Comune (il municipio ha fatto sapere che da sabato sera, appena si è potuto, l'avviso c'era) del programma delle celebrazioni. Mentre a Cordenons c'è stata una bufera su Bella Ciao che il sindaco non avrebbe gradito. E ieri - in merito alla mancanza, supplita dall'Anpi, dei manifesti e degli inviti ai sindaci - è intervenuto anche l'assessore regionale Paolo Panontin. «Sul piano pratico anche se non c'è più la Provincia nulla cambia: l'organizzazione è gestita dalla Prefettura con la Regione. L'anniversario sarà celebrato con lo stesso decoro e lustro degli anni scorsi. In futuro le celebrazioni saranno organizzate dal Comune di Pordenone, o da altro sindaco individuato dal territorio».
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«Commemoriamo - sottolinea il presidente Anpi, Loris Parpinel - 72 anni dopo chi ha combattuto per liberare l'Italia dalla dittatura fascista e dall'esercito nazista. Una storia che va riconosciuta e accettata perché, nel rispetto di tutti i morti, deve essere chiara la distinzione tra chi, consapevolmente o inconsapevolmente, si è schierato dalla parte del nazifascismo e chi invece lo ha avversato sacrificando la propria vita in nome di principi e di valori universali e indiscutibili. Una storia - aggiunge Parpinel, facendo riferimento ad alcuni passaggio del suo intervento odierno - che deve essere definitivamente condivisa perché solo così un Paese può guardare con serenità e determinazione al proprio futuro». E rispetto a possibili contestazioni il presidente dell'Anpi lancia un fermo appello: «Oltre che una celebrazione, quella del 25 Aprile è una festa. Noi vogliamo che sia di tutti. E quindi auspichiamo che ci sia un clima di condivisione e di serenità. Speriamo di sentire molti applausi, mentre i fischi non saranno graditi». Un appello che suona come un richiamo anche al valore del rispetto. Un auspicio su una giornata che - anche quest'anno - ha visto più polemiche. A Pordenone il Pd ha sottolineato l'assenza dal sito internet del Comune (il municipio ha fatto sapere che da sabato sera, appena si è potuto, l'avviso c'era) del programma delle celebrazioni. Mentre a Cordenons c'è stata una bufera su Bella Ciao che il sindaco non avrebbe gradito. E ieri - in merito alla mancanza, supplita dall'Anpi, dei manifesti e degli inviti ai sindaci - è intervenuto anche l'assessore regionale Paolo Panontin. «Sul piano pratico anche se non c'è più la Provincia nulla cambia: l'organizzazione è gestita dalla Prefettura con la Regione. L'anniversario sarà celebrato con lo stesso decoro e lustro degli anni scorsi. In futuro le celebrazioni saranno organizzate dal Comune di Pordenone, o da altro sindaco individuato dal territorio».
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