LA POLEMICA sulla Resistenza

Martedì 25 Aprile 2017
Un anniversario della Liberazione quello di oggi caratterizzato da diverse prime volte. Le celebrazioni del 25 Aprile di quest'anno (inizio alle 9,15) saranno, infatti, le prime - dopo quasi mezzo secolo - il cui la Provincia non sarà rappresentata. Per la prima volta l'ente - commissariato e ormai in liquidazione - decorato con Medaglia d'oro al valore militare per la Resistenza non ci sarà. Ci sarà, ovviamente, il gonfalone gialloblu sul quale è appuntata la Medaglia d'oro che sfilerà con i gonfaloni del Comuni e delle associazioni combattentistiche e d'arma. Ma quella di oggi sarà anche la prima volta per l'avvocato Loris Parpinel nella veste di presidente provinciale dell'Anpi: il numero uno dell'Associazione nazionale dei partigiani è stato infatti eletto nel dicembre scorso dopo le dimissione di Giuseppe Mariuz. E per certi versi sarà anche un debutto per Alessandro Ciriani: è infatti la prima volta che partecipa alla manifestazione in veste di sindaco. In passato quando è stato presente lo era nei panni di presidente della Provincia. In ogni caso per lui si tratta di un ritorno dopo cinque anni di assenza: una scelta dettata dalla volontà di evitare polemiche sulla celebrazione vista la presenza dei gruppi anarchici e di sinistra pronti a fischiarlo. E invece non sarà la prima volta per il collettivo anarco-libertario PnRebel: come gli anni scorsi i gruppi saranno presenti in piazzale Ellero dei Mille fino alle 10,30. A quell'ora il corteo istituzionale prenderà la via del centro studi dove saranno deposte le corone in memoria dei partigiani Martelli e Drusin. Il corteo anarchico prenderà, invece, la strada dell'ex caserma Martelli per commemorare i nove partigiani fucilati dai nazifascisti.
«Commemoriamo - sottolinea il presidente Anpi, Loris Parpinel - 72 anni dopo chi ha combattuto per liberare l'Italia dalla dittatura fascista e dall'esercito nazista. Una storia che va riconosciuta e accettata perché, nel rispetto di tutti i morti, deve essere chiara la distinzione tra chi, consapevolmente o inconsapevolmente, si è schierato dalla parte del nazifascismo e chi invece lo ha avversato sacrificando la propria vita in nome di principi e di valori universali e indiscutibili. Una storia - aggiunge Parpinel, facendo riferimento ad alcuni passaggio del suo intervento odierno - che deve essere definitivamente condivisa perché solo così un Paese può guardare con serenità e determinazione al proprio futuro». E rispetto a possibili contestazioni il presidente dell'Anpi lancia un fermo appello: «Oltre che una celebrazione, quella del 25 Aprile è una festa. Noi vogliamo che sia di tutti. E quindi auspichiamo che ci sia un clima di condivisione e di serenità. Speriamo di sentire molti applausi, mentre i fischi non saranno graditi». Un appello che suona come un richiamo anche al valore del rispetto. Un auspicio su una giornata che - anche quest'anno - ha visto più polemiche. A Pordenone il Pd ha sottolineato l'assenza dal sito internet del Comune (il municipio ha fatto sapere che da sabato sera, appena si è potuto, l'avviso c'era) del programma delle celebrazioni. Mentre a Cordenons c'è stata una bufera su Bella Ciao che il sindaco non avrebbe gradito. E ieri - in merito alla mancanza, supplita dall'Anpi, dei manifesti e degli inviti ai sindaci - è intervenuto anche l'assessore regionale Paolo Panontin. «Sul piano pratico anche se non c'è più la Provincia nulla cambia: l'organizzazione è gestita dalla Prefettura con la Regione. L'anniversario sarà celebrato con lo stesso decoro e lustro degli anni scorsi. In futuro le celebrazioni saranno organizzate dal Comune di Pordenone, o da altro sindaco individuato dal territorio».
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