LA LOTTA CONTINUA
PORDENONE Con il secondo decreto ministeriale di fine febbraio

Sabato 17 Marzo 2018
LA LOTTA CONTINUA
PORDENONE Con il secondo decreto ministeriale di fine febbraio è di fatto partita l'operazione di aggregazione delle Camera di commercio di Pordenone con Udine. L'ente, di fatto, è già commissariato ed è pure partito l'iter per la composizione del futuro - si parla del prossimo autunno - consiglio camerale unificato. Ma il vertice guidato da Giovanni Pavan e le stesse categorie economiche non si sono ancora rassegnate. E hanno tutta l'intenzione di non deporre le armi di quella battaglia territoriale che punta alla creazione di una Camera unica regionale. Che per Pordenone significa giocarsi una nuova partita fuori da quella che nella Destra Tagliamento viene considerata un'annessione udinese.
L'ASSESSORE
Una vicenda, quella delle Camere di commercio che rischia di dividere anche la stessa giunta regionale ormai agli sgoccioli. È l'assessore alle Autonomie locali Paolo Panontin a rompere ogni indugio e a chiedere all'esecutivo Serracchiani di schierarsi contro il provvedimento del governo avanzando l'impugnazione del decreto firmato da Calenda per conflitto di attribuzione. In seconda istanza l'assessore propone alla giunta di aderire al preannunciato ricorso che starebbe preparando la Camera di commercio. «Dobbiamo difendere tutti insieme - sostiene l'assessore azzanese dei Cittadini che già nel novembre scorso si era espresso per ricorrere contro il primo decreto ministeriale che bocciava la proposta regionale, cioé quella di una Camera unica in Fvg - gli interessi del nostro territorio esercitando come abbiamo fatto in tante occasioni le ragioni della nostra autonomia. Il governo, non ascoltando la voce del territorio, continua a ignorare la nostra richiesta di un unico ente regionale. Per questo l'Amministrazione regionale deve accogliere l'appello della Camera di Pordenone e aderire al ricorso». È questo che Panontin (molto probabilmente sarà candidato nella lista dei Cittadini alle regionali e il tema della Cciaa diventerà un suo cavallo di battaglia) ha ribadito nell'ultima giunta regionale, ma il suo appello è caduto nel vuoto. Ma l'assessore non si da per vinto: «Confido - confessa - che prima di entrare in regime di ordinaria amministrazione (cioé tra circa una settimana) la giunta riconsideri la propria posizione e agisca in coerenza con le posizioni politiche sempre assunte in questa vicenda. Non è campanilismo, né si tratta di scontri di potere tra personalità politiche ma di essere fino in fondo coerenti con le posizioni assunte fin dall'origine in questa partita».
SUONA L'ADUNATA
Non si tratterà di scontri tra politici, ma è chiaro che la posizione del vicepresidente Sergio Bolzonello - almeno sul ricorso per impugnare il provvedimento del governo - non è certo in linea con quella di Panontin. Bolzonello, a differenza dell'assessore azzanese che si candiderà sul collegio di Pordenone per cercare un seggio in Consiglio, è candidato alla presidenza regionale. E dunque deve gestire la situazione su più tavoli e su più territori stando attento, oltre che al suo territorio, anche a non scontentare Udine e Trieste. Non è escluso che queste differenze emergano nell'incontro che il presidente della Cciaa Giovanni Pavan ha convocato per lunedì sera. Un'assemblea - come quella del 15 maggio scorso - a cui sono stati invitati sindaci, categorie produttive ma soprattutto i candidati alle regionali e i cinque parlamentari neoeletti: Vannia Gava, Luca Ciriani, Franco Dal Mas, Luca Sut e Massimiliano Panizzut. L'incontro sarà una sorta di primo test sia per i candidati che per i neo-eletti.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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