L'emergenza aule fa scoppiare la guerra tra le scuole

Lunedì 23 Luglio 2018
L'EMERGENZA
PORDENONE Emergenza aule per il prossimo anno in tanti istituti superiori della città. E sembra essere scoppiata una guerra tra scuole per accaparrarsi le strutture migliori. Fatto sta che istituti prestigiosi dovranno ancora accontentarsi di sedi provvisorie, nate per far fronte ai crolli del terremoto del 1976. La misura, a questo punto, si può dire che è colma.
Il liceo Galvani, unico artistico della provincia, meriterebbe una sede in città dato che gli studenti arrivano da tutto il territorio provinciale e anche dal vicino Veneto. Da giugno si sono registrate trenta richieste tardive da altri istituti. Questo per far capire che, al di là della sede, la qualità didattica e progettuale offerta è molto elevata. «È tutto fermo dichiara la dirigente del liceo artistico Galvani, Laura Borin . La nostra richiesta di aule risale a febbraio 2017 per una sede succursale, ma la domanda è stata inevasa. Non mi pare corretto far restare anche otto ore degli studenti su un prefabbricato che doveva essere provvisorio. La situazione non è più gestibile». Il problema è la struttura centrale situata nel Comune di Cordenons, un edificio che, con l'aumento degli iscritti e con il passaggio da scuola d'arte a liceo, non è più adeguato. Ed è facile, del resto, il rimpallo tra amministrazioni. La Stu Makò che doveva essere una soluzione ben dieci anni fa, non lo è stata. «Come tutti i licei d'arte delle altre province in Friuli Venezia Giulia, anche quello pordenonese merita una sede nel capoluogo», sostiene la dirigente, auspicando una soluzione.
Che dire poi del liceo Leopardi - Majorana da cui escono i quadri e gli amministratori del domani, che deve essere suddiviso su tre sedi, costringendo gli studenti a prendere il bus per andare in palestra?
D'altro canto, il problema aule riguarda, come detto, diversi istituti, compreso l'Iti Kennedy, tra le scuole più all'avanguardia per quanto riguarda i laboratori didattici. Prossimamente verrà inaugurato il laboratorio di chimica per il triennio, per non parlare dell'officina a controllo numerico a 5 assi ad alta automazione. Eppure, nonostante queste offerte, mancano all'appello sette aule: l'auspicio è che vengano assegnate quelle del vicino Pertini. «In questo modo ha dichiarato la dirigente Antonietta Zancan potrebbe nascere un Polo tecnico e con esso progetti con l'istituto Costruzioni, Ambiente e Territorio, visto che esistono evidenti affinità di laboratori, in particolare nel biennio». Ma sono im molti a guardare quella struttura, già l'aveva chiesta a suo tempo anche la dirigente Borin. La stessa proprietà dell'istituto Flora di recente costruzione non basta per soddisfare le esigenze di un istituto che ha all'attivo dieci indirizzi, perciò alcune classi troveranno collocazione in via Poffabro. C'è da dire che il progetto di una struttura gemella sullo stesso terreno è rimasto sulla carta o, meglio, sul plastico, in bella mostra all'interno della scuola. Come dire, la coperta è corta, ma gli studenti devono trovare strutture adeguate, spazi opportuni, palestre, laboratori in sedi sicure e confortevoli. Una scommessa che l'Uti deve a tutti i costi vincere in tempi stretti.
Sara Carnelos
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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