Intanto la Procura scava nei computer per cercare le tracce del tesoro sparito

Venerdì 21 Settembre 2018
INDAGINI
PORDENONE La Procura di Pordenone non molla. E non lo farà finchè Fabio Gaiatto, sottoposto a misura cautelare in carcere, non restituirà i soldi che migliaia di risparmiatori hanno messo nelle sue mani convinti che avrebbero fruttato un rendimento del 10% al mese grazie al mercato valutario.
Gaiatto sostiene di dover restituire soltanto 37 milioni, ma secondo i calcoli della Guardia di finanza il capitale investito è di oltre 70 milioni. Dov'è sparito? In uno dei paesi in cui avevano sede le varie Venice Investment o Venice Forex di Gaiatto? Ad esempio Gran Bretagna, Slovenia o Croazia. Oppure in uno dei paesi dove Gaiatto e la moglie Najima Romani hanno viaggiato negli ultimi mesi, come Dubai, Maldive o Seychelles?
Traccia di qualche transazione sospetta potrebbe essere rimasta nei computer di Gaiatto e del suo cerchio magico di collaboratori. È per questo che il procuratore Raffaele Tito e il sostituto Monica Carraturo hanno disposto un accertamento tecnico irripetibile su tutti gli strumenti informatici sequestrati a Gaiatto, alla Romani, a Claudia Trevisan di Fossalta di Portogruaro, a Giulio Benvenuti di Vicenza (l'unico a cui è stata modificata la misura cautelare degli arresti domiciliari con l'obbligo di firma) e a Massimiliano Vignaduzzo di San Michele al Tagliamento. Per la copia degli hard disc gli inquirenti si affideranno all'ingegner Nicola Chemello, specializzato in informatica forense. Il conferimento dell'incarico è previsto per il 24 settembre, quando le difese degli indagati potranno a loro volta nominare un proprio consulente.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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