Il rapinatore Zombie tradito dal tatuaggio

Venerdì 10 Agosto 2018
Il rapinatore Zombie tradito dal tatuaggio
SICUREZZA
PORDENONE Il volto nascosto da una maschera verde, come quelle degli Zombie, e in mano un grosso coltello da cucina con una lama seghettata e lunga 21 centimetri. Ha inseguito a piedi tre studentesse - due di 18 e una di 19 anni - nascondendosi tra le auto parcheggiate nella buia via Cividale. Poi ha superate le ragazze e le ha bloccate mostrando il coltello. «Se mi date i soldi, non vi faccio nulla...», ha gridato. Le ragazze, nonostante lo spavento, hanno reagito. Sono scappate, hanno raggiunto una coppia che si trovava poco distante chiedendo aiuto e protezione.
IL COLPO
L'aspirante rapinatore ha dovuto lasciar perdere. Erano le 22.45. Una quarantina di minuti dopo si è ritrovato sull'auto della Squadra Volante, a cui i carabinieri dell'aliquota Radiomobile avevano comunicato l'identikit dell'aggressore. A tradire il giovane, un 29enne di Pordenone, non è stata la maschera verde che sostiene di aver gettato in un tombino. E nemmeno l'abbigliamento, perchè aveva fatto in tempo a cambiarsi. A tradirlo è stato il particolare tatuaggio che ha sul petto, una sorta di disegno tribale ornato di fiori e che non era sfuggito alla coppia che ha protetto le studentesse in via Cividale.
LA COLLABORAZIONE
La sinergia tra Carabinieri e Polizia di Stato ha dato una risposta immediata. Le ragazze hanno telefonato al Nue 112, che le ha messe in contatto con l'Arma. La descrizione del rapinatore è stata immediatamente comunicata anche alla sala operativa della Questura, che l'ha diramata alle pattuglie della Squadra Volante. Il questore Marco Odorisio e il tenente colonnello Federico Zepponi parlano di «un esempio di perfetta osmosi» tra militari e poliziotti, di un lavoro di squadra in «totale collaborazione», con «tempi di reazione immediati» che hanno permesso di dare una risposta «rapida ed efficace alla cittadinanza».
LA CATTURA
Mentre gli uomini del luogotenente Giovanni Cito ricostruivano l'aggressione e raccoglievano particolari sul rapinatore mascherato da Zombie, una pattuglia della Squadra Volante ha cominciato a pattugliare il centro e la zona di via Cividale. In via Montello ecco spuntare D.S., 29 anni, di Pordenone, qualche problema di droga e un precedente per guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Non indossava i vestiti descritti dai cinque testimoni, ma dalla camicia sbottonata spuntava il tatuaggio. «Eccolo, è lui». Gli uomini del commissario capo Marco Stamegna non hanno avuto esitazioni. D.S. è stato denunciato per tentata rapina aggravata. Alla descrizione delle vittime e degli altri due testimoni, si aggiunge la sua confessione. Ha ammesso di essere stato lui, di averlo fatto perchè è disoccupato e ha bisogno di soldi. La maschera da Zombie non è stata ritrovata, il giovane sostiene di averla buttata via, probabilmente in un tombino. Ha invece consegnato il coltello che dopo il fallito colpo aveva lasciato nel lavello della cucina. Dopo la tentata rapina era tornato a casa, si era cambiato ed era nuovamente uscito perchè voleva andare al bar a prendere le sigarette. In via Montello l'incontro con gli investigatori che gli stavano dando la caccia.
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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