Il giallo di Palazzo Doro diventa un caso

Domenica 24 Marzo 2019
Il giallo di Palazzo Doro diventa un caso
SACILE
A chi transita in via Garibaldi non sarà passata inosservata la facciata di Palazzo Doro dove, all'esterno di un negozio in ristrutturazione al piano terra, la tinteggiatura di parte della facciata è di colore giallo intenso che nulla ha a che fare con il resto del Palazzo sacilese risalente al XVIII secolo. A sottolinearlo è il coordinatore di Cittadinanza sttiva per Sacile, Gianfranco Zuzzi: «Tanti sacilesi si sono rivolti a me quando hanno visto quel colore che risulta, il parere di tutti, un vero e proprio pugno allo stomaco rispetto al contesto di quel bel palazzo che appartiene al patrimonio storico-artistico della città e che ci ricorda lo stile delle nobili dimore veneziane». Le prima notizie sulla famiglia Doro, risalgono alla fine del diciassettesimo secolo e citano la figura di Leonardo di Bernardino, medico che dal senato veneto ha avuto la concessione del titolo di conte. Uno dei suoi figli, Francesco ha ottenuto il 15 settembre 1779, l'iscrizione al Consiglio nobile di Sacile. I Doro possedevano numerosi fabbricati in città; abitavano in Piazza nel palazzo Doro (poi Palazzo Pegolo) e più tardi in borgo San Gregorio, nell'ex Palazzo Tiepolo (ora Palazzo Vazzoler). In quest'ultimo hanno alloggiato i generali francesi Guyeux e Boyer giunti a Sacile con l'armata del generale Bonaparte il 13 marzo 1797 e due giorni dopo il generale Massena. «Le rimostranze di molti sacilesi sono state l'oggetto di una segnalazione da parte del Movimento - sottolinea Zuzzi -, inoltrata all'amministrazione comunale e alla Soprintendenza per i beni storici e artistici della Regione, con la richiesta di opportune iniziative di tutela del Palazzo. Ma rimane aperto - aggiunge il coordinatore - il problema segnalato e mai voluto affrontare, da parte del Comune, dell'applicazione della normativa che obbliga i proprietari degli edifici che prospettano su vie, piazze e comunque visibili dallo spazio pubblico, a mantenerli in buono stato di conservazione. Una norma che interessa vari immobili del centro storico, in completo stato di abbandono e che necessitano di interenti per valorizzare il decoro urbano della città, ricca di storia e tradizioni». Zuzzi non crede che «l'esempio in causa, a forti tinte e con il condizionatore installato in primo piano, sia il modello da prendere in considerazione per il recupero e la salvaguardia del patrimonio storico artistico di Sacile».
M. S.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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