I tetti di tre palazzine stanno collassando e vi sono germogliate essenze arboree

Mercoledì 22 Febbraio 2017
I tetti di tre palazzine stanno collassando e vi sono germogliate essenze arboree
Si è finalmente esaurito il lungo iter burocratico che sottendeva l'avvio dei lavori per il ripristino del muro di cinta della caserma Mittica, crollato in via delle Caserme oltre un anno fa.
Venerdì 6 novembre 2015, poco dopo mezzodì, si sfiorò la tragedia in quel trafficato tratto di strada retrostante il supermercato Conad di viale Grigoletti, a ridosso di una fermata dell'autobus. Un improvviso cedimento strutturale interessò un centinaio di metri della cinta in mattonelle della secolare caserma cittadina. Su marciapiede e carreggiata franarono macerie e attigua cartellonistica pubblicitaria, e solo per puro caso non vennero coinvolti persone e mezzi in transito. Un cedimento annunciato, vista la vetustà della caserma (eretta nel primo Novecento) e considerato che un sinistro analogo era occorso l'anno prima pochi metri più in là, all'angolo con via dell'Aviere.
Tant'è che la Procura aprì un fascicolo d'indagine, ipotizzando il reato di crollo colposo. Ebbene, da qualche giorno la rete provvisoria in plastica rossa è stata sostituita da una palizzata (tanto sul fronte strada che all'interno del sedime militare) e le maestranze sono già al lavoro. Come detto, il cantiere è stato avviato solo dopo aver espletato le necessarie pratiche: dai sopralluoghi tecnici al benestare della Soprintendenza, dal reperimento dei fondi (sempre più esigui in seno all'Esercito) sino all'indizione della gara d'appalto, aggiudicata a una ditta udinese.
Ma c'è una novità: i lavori prevedono un ulteriore cantiere in via dell'Aviere (l'arteria che porta dritto all'ingresso dell'Ospedale), dove è necessario mettere in sicurezza un altro brano di mura a rischio crollo, quello caratterizzato da finestre con inferriate.
Ma in città molti si chiedono: la Mittica quanto reggerà ancora? E, soprattutto, resisterebbe a un altro terremoto? La caserma cittadina occupa una superficie di circa 10 ettari nel cuore del capoluogo, ma solo poco più della metà è realmente utilizzata tra edificato e aree adibite a deposito e parcheggio di mezzi e materiali.
L'inquilino si chiama Brigata corazzata Ariete, o meglio, qui hanno sede il suo Comando e l'annesso Reparto di supporto.
Quotidianamente varcano i due cancelli d'ingresso (situati in via Montereale e dell'Aviere) poco più di 300 militari, ma solo esigue decine vi alloggiano (sono i Volontari in ferma prefissata di un anno), mentre i più risiedono in città e nell'hinterland. Di notte la Mittica è semideserta, anzi vulnerabile, specie considerando le sue zone d'ombra. Ci sono infatti almeno tre grandi palazzine abbandonate, le cui coperture stanno collassando. E su alcuni tetti sono addirittura germogliate essenze arboree. L'unico edificio di pregio è la sede del Comando sul fronte di via Montereale, la cui facciata è peraltro ingloriosamente tappezzata con decine di unità per il raffrescamento, circostanza che fa arrossire l'Ordine degli architetti. Una cosa è certa: continuare a investire risorse per tamponare muri è controproducente, specie in tempi di contingenza economica. Sarebbe più logico che il comando dell'Ariete emigrasse altrove, magari alla caserma Capitò di Portogruaro, come già si vocifera. Ma a quel punto si aprirebbe un nuovo oneroso capitolo per la città di Pordenone: cosa fare dei dieci ettari dell'ex caserma Mittica?
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