Greta in missione tra i resti del viadotto crollato a Genova

Mercoledì 15 Agosto 2018
LA MISSIONE
PORDENONE C'è una nuova importante missione per Greta, il cane-pompiere specializzato nella ricerca di persone sepolte sotto le macerie di un terremoto. L'unità cinofila dei Vigili del fuoco di Pordenone sarà impiegata nel disastro di Genova. La richiesta d'aiuto è arrivata ieri pomeriggio e la risposta è stata immediata. I Vigili del fuoco liguri sanno che Greta significa speranza di vita, perchè è stata abilmente addestrata dal collega Sabino De Francesco, in servizio nel distaccamento di Spilimbergo, a individuare soltanto persone vive. La speranza è che possa trovare i superstiti rimasti intrappolati tra i resti del crollo del viadotto Morandi, sull'autostrada A10. Ieri i soccorritori percepivano i lamenti dei feriti. Il timore è che possano esserci persone ancora in vita, ma che hanno perso conoscenza o comunque non sono in grado di far sentire la propria voce. Se c'è una possibilità di salvarli, Greta potrà dare un contributo fondamentale.
Ieri, verso le 17, De Francesco è partito assieme al suo pastore belga Molinois, 7 anni e mezzo. Sono inseparabili. Fanno addestramento ogni giorno e Greta ha il suo posto nella caserma dei pompieri. Due anni fa - era il 24 agosto - erano a Pescara del Tronto. Altre macerie, altre tragedie. De Francesco l'aveva portata tra calcinacci e resti di un paese raso al suolo dalle scosse telluriche. Dopo un paio di giri di ricognizione lei si fermò, annusò di nuovo, poi cominciò ad abbaiare guardando Sabino, come a dire «vieni qua che c'è qualcuno ancora in vita». Non si sbagliava. Lì sotto qualcuno respirava ancora. Il salvataggio commosse l'Italia. Grazie al fiuto di Greta fu salvata, dopo quasi 17 ore, la piccola Giorgia rimasta sepolta sotto le macerie della sua casa.
I cani come il pastore belga di De Francesco sono addestrati a cercare soltanto persone vive, le riconoscono dall'odore della pelle o del sudore. Nei primi giorni di emergenza è con queste unità cinofile che bisogna insistere, perchè tante volte sotto i detriti si creano delle nicchie dove è possibile respirare (nel caso della tragedia di Genova, ad esempio, può essere un piccolo spazio nell'abitacolo di un'auto o di un camion). Non si può mai dare nulla per scontato.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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