Giunta, Pordenone presenta il conto

Martedì 22 Maggio 2018
Giunta, Pordenone presenta il conto
I NODI APERTI
PORDENONE Ancora la nuova giunta regionale targata Massimiliano Fedriga non si è insediata. Ma a Pordenone continuano le polemiche e i malumori da parte di molti rispetto alle nomine degli assessori non accenna a placarsi. Nonostante le rassicurazioni e gli impegni presi dal vicepresidente Riccardo Riccardi domenica scorsa dal palco dell'assemblea della Bcc Pordenonese. Che avrebbero lasciato comunque aperto più di qualche dubbio: probabilmente il territorio si aspettava - dopo le promesse a più riprese durante la campagna elettorale da parte dello stesso Fedriga - che fosse lo stesso neogovernatore a dare le garanzie che Pordenone sta chiedendo. Ma anche nella coalizione del centrodestra - in particolare tra le file di Forza Italia - ci sarebbe qualche mal di pancia per la nomina dell'assessore Tiziana Gibelli, catapultata da Milano nonostante l'origine polcenighese e un rapporto con il territorio mai venuto meno. Seppure scelta e voluta da Forza Italia - non ultimo dal neosenatore pordenonese Franco Dal Mas - anche alcuni amministratori dello stesso partito - per esempio il neosindaco di Sacile, Carlo Spagnol - hanno fatto intendere di non essere pienamente d'accordo. La mossa ha di fatto lasciato i primi della lista elettorale forzista - eletti o non eletti - che hanno raccolto quasi duemila voti, come gli ex sindaci Roberto Ceraolo e Renzo Francesconi, fuori da ogni gioco per un posto in giunta. Una partita in cui ha avuto un peso non indifferente la necessità di trovare una donna per rispettare la normativa sulle quote rosa.
LA LISTA
Il territorio pordenonese, seppure penalizzato, dovrà prendere atto e guardare avanti sapendo che potrà contare direttamente su Stefano Zannier, l'unico assessore pienamente politico (non tecnico) e su Tiziana Gibelli che è considerata una tecnica in quota a Pordenone. E dunque si concentra sui nodi più urgenti che erano stati sottoposti ai candidati in campagna elettorale. Tra le più importanti partite aperte vi è quella della sanità. In particolare sul futuro ruolo del Cro di Aviano. Se è vero che la precedente giunta ha garantito il finanziamento di 30 milioni per la radioterapia a protoni è altrettanto vero che quell'impegno va confermato e portato avanti dalla nuova giunta. Così come bisognerà mettere mano al piano oncologico regionale dal quale dipenderà l'assetto della cura e ricerca oncologica in Fvg. Non meno importante è la realizzazione del nuovo ospedale: l'iter è già avanti ma il percorso per la realizzazione del nuovo polo sanitario pordenonese è ancora lungo. Non banale è poi il dossier legato alle esigenze irrinunciabili - così le hanno considerate in campagna elettorale - su infrastrutture e viabilità. Ponte Meduna è considerato il nodo principe dell'ingresso est a Pordenone: chissà se entro i prossimi cinque anni un nodo irrisolto da sempre avrà soluzione. Non meno importante è considerato il prolungamento della Sequals-Gemona, considerato un'arteria cruciale di collegamento con il nord-Europa. E ancora più strategico sarà il ruolo futuro di Interporto e del collegamento diretto con la linea ferroviaria Venezia-Udine. Uno snodo fondamentale per dare continuità e realizzazione a quell'assetto dell'industria manifatturiera legata alla cantieristica navale e al ruolo di retro-porto del territorio pordenonese.
L'URGENZA
Ma la questione sulla quale Pordenone misurerà la capacità di mantenere gli impegni del neopresidente Fedriga è quella legata alla Camera di commercio. L'attesa - oltre che sul fronte giudiziario del Tar - è sulle mosse politiche che la Regione ha promesso che farà rispetto al governo: chiedere al ministro dello Sviluppo di stoppare l'iter di unificazione con Udine e trasferire le competenze sul riordino delle Cciaa in capo alla Regione. E su questo non servirà attendere molto perché i tempi dovranno essere molto stretti.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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