Giosuè, faccia a faccia con i coinquilini

Sabato 24 Giugno 2017
Confronto in aula tra Giosuè Ruotolo e i due coinquilini di via Colombo. Lo ha deciso d'ufficio la Corte d'assise di Udine, che ieri ha riconvocato Sergio Romano e Daniele Renna per il 10 luglio. Le domande saranno limitate al profilo Facebook Anonimo Anonimo, usato per inviare tra il 26 giugno e l'11 luglio 2014 messaggi molesti a Teresa Costanza, per farle credere che il fidanzato Trifone Ragone aveva un'amante. Il caporal maggiore di Adelfia scoprì che dietro il finto profilo c'era Ruotolo. Tra i due ci fu un confronto: minacce di denuncia, forse un pestaggio. Ed è proprio lì che, secondo l'accusa, si anniderebbe il movente del duplice omicidio del 17 marzo 2015.
A istruttoria quasi conclusa - 34 udienze in otto mesi - si torna sulle dichiarazioni con cui Ruotolo ha minato la credibilità dei coinquilini. Il 31 marzo l'imputato ha dichiarato che i messaggi di Anonimo li aveva scritti con Renna e Romano. E lo ha confermato anche all'udienza successiva, quando il pm Pier Umberto Vallerin gli ha fatto notare che Romano era in licenza dal 30 giugno al 3 agosto. «Evidentemente c'era Renna», ha prontamente risposto. Sui quei messaggi i due coinquilini non sono mai stati sentiti e la Corte ritiene «necessario e indispensabile» riconvocarli, anche per un confronto diretto con Ruotolo.
La decisione è stata presa in una camera di consiglio che avrebbe dovuto decidere sulle integrazioni probatorie sollecitate dai difensori Giuseppe Esposito e Roberto Rigoni Stern, dal pm e dalle parti civili, ieri in aula con gli avvocati Serena Gasperini e Nicodemo Gentile. Dall'ordinanza letta dalla presidente Angelica Di Silvestre si intuisce che il dibattimento ha lasciato ben pochi dubbi ai giudici. La richiesta di perizia medico-legale, avanzata dalla difesa per chiarire la natura delle escoriazioni che Ragone aveva in testa e sulla spalla, è stata respinta («Le consulenze tecniche offrono un quadro già esaustivo e dettagliato»). Depennati tutti i nuovi testimoni proposti dal pm («Si riferiscono a circostanze già ampiamente esplorate»), compresa la consulente che eseguì gli esami tossicologici. Negata anche l'audizione del detenuto che fece da garante a Lorenzo Kari con Giovanni Bonomelli (l'imprenditore milanese che secondo il nomade voleva eliminare i fidanzati).
La difesa ha invece ottenuto le trascrizioni delle intercettazioni di Bonomelli e, per avere riscontro rispetto a quanto dichiarato in aula, dei due testimoni Simone Quarta e Carlo Alberto Piccinni. Gli unici due testimoni ammessi sono stati Costanzo Sossio e Salvatore Carta. Il primo analizzò il telefonino recuperato dai sommozzatori nel laghetto del parco di San Valentino, quando fu ripescata l'arma del delitto. Al processo - ha evidenziato la Corte - non se ne è mai parlato. Carta è invece chiamato a riferire sulle modalità di addestramento per la missione Strade Sicure. E forse potrà chiarire se i raschi di cui parlava Ragone l'11 marzo 2015, in un WhatsApp indirizzato a Teresa, sono escoriazioni che si era procurato in addestramento.
Resta da risolvere la questione del consulente della difesa Giuseppe Dezzani, l'informatico che con il suo Digital Forensics Bureau di Grugliasco ha contribuito a risolvere i principali casi di cronaca nera italiani. La difesa, sollecitata dalla Corte, ieri ha depositato un certificato medico per giustificare la sua assenza. Ma il pm Vallerin ha sollevato dubbi sulla malattia producendo un verbale del Tribunale di Milano dal quale risulta che Dezzani il 14 giugno era in udienza. La difesa è comunque pronta a sostituirlo con il collega di studio Matteo Ghigo.
A ottobre - al massimo si andrà a novembre - è attesa la sentenza. La Corte ha già fissato le date della discussione: un tour de force di sei giorni. Comincerà il pm il 19 e 20 ottobre. Le parti civili avranno a disposizione il 23 e 24 ottobre. Chiuderà la difesa il 30 e 31. Repliche. E poi sentenza.
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