Electrolux, operai in fuga entro marzo

Sabato 16 Dicembre 2017
Electrolux, operai in fuga entro marzo
FINE ANNO
PORDENONE Fine anno non senza qualche preoccupazione per la fabbrica Electrolux di Porcia. Il calo dei volumi produttivi che ha pesato nella produzione dell'ultimo trimestre ha portato a tagliare diverse giornate a dicembre. Il timore è che la domanda di elettrodomestici calata nel mercato tedesco possa portare a qualche contraccolpo anche nel 2018. Intanto però - quasi paradossalmente proprio nel momento in cui Ikea abbandona Electrolux per alcuni settori di prodotto - la fine del 2017 si chiude all'insegna di una commessa targata proprio Ikea: prima di Natale nelle linee di Porcia dovranno essere realizzate settemila lavasciuga a incasso che finiranno proprio nei negozi della catena di magazzini con la bandiera svedese.
CONTRACCOLPI
Un'impennata nella produzione nel momento in cui il divorzio tra Ikea (che avrebbe scelto Whirlpool) potrebbe invece causare il taglio di centomila frigoriferi a incasso nello stabilimento di Susegana. Un colpo di non poco conto per la fabbrica veneta. Per lo stabilimento di Porcia, su questo fronte, i timori sono minori: la quota di produzione di lavatrici per Ikea è piuttosto ridotta e tale da non provocare pesanti difficoltà nel caso in cui il cliente scandinavo dovesse decidere di abbandonare, oltre ai frigoriferi, anche il comparto delle lavabiancheria. Nel frattempo nella giornata del 22 dicembre si dovrà lavorare a pieno regime per rispondere alla commessa di settemila lavasciuga.
LA GERMANIA
Il vero pericolo per Porcia più che dalla scandinavia potrebbe arrivare dalla Germania, come sta accadendo in questi ultimi mesi. O anche dal Regno Unito dove si sentono i sintomi della Brexit. Nel mercato tedesco gli incentivi pubblici spingono sui brand di casa Bosch e Miele e quindi cala la domanda degli altri marchi, compreso Electrolux, per il quale il mercato tedesco è stato sempre importante. Il 2017 si chiuderà con una produzione diminuita a 860 mila pezzi. A fine novembre la fabbrica era sotto di quasi centomila macchine prodotte rispetto a quello che era stato il budget preventivato.
OPERAI IN FUGA
In questa situazione e con il piano di incentivi rinnovato nello scorso mese di ottobre gli operi ci fanno un pensierino a lasciare a fabbrica. L'incentivo più alto è pari a 71 mila euro lordi: se affiancato al Tfr di diversi anni di anzianità un bel gruzzoletto. Ma nonostante la cifra allettante non sono stati moltissimi i lavoratori che hanno deciso di lasciare: una decina nel mese di dicembre. Sono però previsti in aumento nel prossimo trimestre. Complessivamente e stando alle richieste e alle intenzioni degli operai, dallo scorso ottobre fino al prossimo mese di marzo, l'ipotesi è che a lasciare volontariamente il lavoro siano in media 55, 60 addetti. La maggior parte ricorrerà all'uscita incentivata con il bonus di 71 mila euro. I lavoratori più anziani e vicini al prepensionamento potranno, invece, andare in Naspi (la vecchia mobilità) con un incentivo molto minore che a seconda dei periodo andrà da 20 a 12 mila euro.
ESUBERI
Ma le uscite anticipate non saranno sicuramente sufficienti ad azzerare il numero di esuberi che molto probabilmente ci sarà nella prossima primavera quando il piano quadriennale sarà concluso e con esso anche i contratti di solidarietà. Ci sono poi da contare i circa 80 posti che la Roncadin di Meduno ha messo a disposizione. A marzo sarà fatto il punto sugli esuberi. E se sarà necessario potrebbe anche aprirsi il confronto sulla riduzione di orario, per ora solo una ipotesi aziendale. Ma il 2018 sarà anche l'anno in cui comincerà la spartizione tra le fabbriche europee dei 650 milioni di investimenti per i robot che garantiranno il mantenimento degli stabilimenti che lo otterranno.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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