Electrolux, le Rsu: a Porcia i nodi restano

Lunedì 19 Febbraio 2018
I NODI DA SCIOGLIERE
PORDENONE Electrolux annuncia il potenziamento del centro di ricerca di Porcia accorpando lo sviluppo delle lavastoviglie a quello storico delle lavatrici. Un'operazione che - entro il giugno del 2019 - porterà a Porcia quasi un centinaio di ingegneri, tecnici e ricercatori: una settantina quelli che saranno trasferiti da Stoccolma, una quindicina dallo stabilimento di Solaro, Milano, dove le lavastoviglie vengono prodotte. L'azienda, per altro, avrebbe escluso in futuro il trasferimento della produzione delle stesse lavapiatti a Porcia: un'ipotesi, che aprirebbe conflitti e tensioni interne al gruppo che nessuno in questo momento vuole, per la quale non ci sarebbero nemmeno le condizioni tecniche e operative nello stabilimento purliliese.
E se dalla Regione sono arrivati commenti entusiastici all'operazione che rafforza il polo della ricerca nella fabbrica pordenonese, dal sindacato si invita a una riflessione più profonda sul futuro dello stabilimento di Porcia. Le Rsu, che pure ritengono positiva e logica l'operazione che accentra la ricerca e lo sviluppo sull'elettrodomestico nella fabbrica in cui c'è una lunga tradizione nell'ambito della R&d, sottolinea che l'operazione è a somma occupazionale zero e anche a volumi produttivi invariati. Insomma, benvenga il centro mondiale di ricerca ma per la fabbrica di Porcia i nodi restano aperti. I volumi sono in calo, buona parte del 2018 è prevista con un orario ridotto di sei ore e anche gli esuberi, seppure calati dalle previsioni di inizio-piano nel 2014, restano un centinaio. Il sindacato richiama piuttosto l'attenzione delle istituzioni e del territorio su un'altra questione che sarà cruciale. Il Gruppo di Stoccolma ha previsto un investimento enorme di circa 650 milioni per aggiornare tutte le fabbriche in Europa, sia quelle italiane ma anche quelle dei Paesi dell'est. Fondi che saranno destinati in particolare all'automazione e alla robotizzazione dei siti. «Fare arrivare una parte di quei soldi a Porcia - sottolinea il sindacato - sarebbe un buon risultato che metterebbe una sorta di ipoteca sul futuro per almeno un po' di anni dando le necessarie garanzie per il mantenimento della fabbrica». A Porcia infatti molti impianti sono ormai vecchi e obsoleti e richiederebbero cospicui investimenti. Intanto, nelle prossime settimane comincerà il confronto tra azienda e sindacati sul dopo-piano. Mentre a Susegana la multinazionale punta a uscire dal contratto di solidarietà poiché i volumi produttivi sono aumentati a Porcia le condizioni sono assai diverse e si dovranno trovare delle soluzioni per evitare i licenziamenti. Ma si dovrà cominciare a discutere anche dell'altra questione: quella di attirare i fondi dell'automazione.
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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