Duplice delitto Oggi le famiglie chiedono giustizia e danni

Lunedì 23 Ottobre 2017
IL PROCESSO
PORDENONE È il giorno delle parti civili. Dopo le conclusioni del pubblico ministero Pier Umberto Vallerin, che venerdì scorso ha chiuso due giorni di requisitoria chiedendo che Giosuè Ruotolo venga condannato all'ergastolo con l'isolamento diurno per la durata di due anni, oggi si torna nell'aula della Corte d'assise di Udine. La presidente Angelica Di Silvestre ha concesso due giorni di discussione anche ai legali che rappresentano le famiglie di Teresa Costanza e Trifone Ragone, i due fidanzati uccisi con sei colpi di pistola la sera del 17 marzo 2015 nel parcheggio del palasport di Pordenone.
Un anno fa le parti civili si erano viste respingere dalla Corte un'istanza su cui avevano fatto molto affidamento: coinvolgere nel processo, come responsabile civile, il ministero della Difesa nella veste del ministro pro tempore. Ritenevano che l'Esercito non avesse vigilato a sufficienza sull'allora caporal maggiore Ruotolo, che riuscì a connettersi abusivamente al wi-fi della caserma per creare il profilo Facebook falso usato per inviare, sotto la copertura di Anonimo Anonimo, i messaggi che hanno poi messo a repentaglio il rapporto tra Teresa e Trifone. Ruotolo ha ammesso nel corso del processo di essere stato lui l'autore di Anonimo Anonimo, ma ha coinvolto anche i due commilitoni e coinquilini costringendo la Corte a disporre un confronto in aula, un faccia a faccia che non ha giovato all'imputato.
Se la requisitoria della Procura di Pordenone si è incentrata principalmente sul movente, ricostruendo nel dettaglio date e circostanze che avrebbero portato Ruotolo tra novembre 2014 e marzo 2015 a pianificare il duplice delitto, le parti civili scandaglieranno più a fondo altri aspetti e, soprattutto, si concentreranno su alcuni indizi fondamentali. Ogni legale svilupperà e approfondirà un aspetto investigativo diverso: le bugie di Ruotolo e il suo falso alibi; la scena del delitto, i testimoni chiave e la possibilità che l'omicida possa essersi sporcato di sangue mentre sparava contro i due fidanzati appena saliti in auto, una Suzuki Alto bianca; tempi e percorso seguito da Ruotolo per abbandonare il parcheggio e raggiungere il parco di San Valentino, dove sei mesi dopo è stata ripescata nel laghetto la vecchia pistola Beretta 7,65 usata per uccidere i fidanzati; infine, le presunte cancellazioni effettuate da imputato e fidanzata computer e telefonini dopo il ritrovamento dell'arma del delitto.
Le richieste di risarcimento delle parti civili verranno avanzate attraverso gli avvocati Daniele Fabrizi (Francesco Ragone e Giuseppe Ragone), Giacomo Triolo (per Rosario Costanza e il figlio Sergio), Serena Gasperini (per Eleonora Ferrante e la figlia minore), Carla Sgarito (per Carmelina Parello e il figlio Calogero Costanza), Nicodemo Gentile (Giovanni Ragone e la nonna paterna), infine Antonio Cozza (zii paterni di Trifone Ragone).
C.A.
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