Due ore di pulizia all'asilo: 9 euro di paga

Domenica 22 Ottobre 2017
LA STORIA
PORDENONE Due ore di pulizia all'asilo comunale possono valere nove euro? Per quanto assurda possa sembrare la cifra è proprio così. A raccontare la vicenda paradossale è la protagonista, Daniela: rimasta senza lavoro, accetta anche impieghi a ora pur di raggranellare qualcosa. «Avevo già lavorato in quell'asilo - spiega la pordenonese - e quando mi hanno chiamato offrendomi la possibilità di fare due ore di pulizie ho detto sì. Mi sarebbero state pagate 15 euro, però non più con i voucher, ma con le modalità dettate dall'Inps, ossia con una card del costo di 5 euro a spese del lavoratore». Daniela non ci sta: va bene aver bisogno di soldi, va bene accettare qualsiasi lavoro, ma 5 euro l'ora sono veramente troppo pochi. «Dall'asilo,però, mi rassicurano che non mi avrebbero pagato con la card, ma con una lettera di accredito da intascare in posta», prosegue la donna. Così il 3 ottobre scorso va a fare le pulizie all'asilo e 9 giorni dopo riceve una lettera contenente un Pin di una poste-pay virtuale. Daniela prende la lettera, prende il Pin e si reca nella sede centrale di Poste italiane, in città. «L'impiegata guarda il foglio e mi dice che devo attivarla - racconta la donna - e per farlo devo pagare 5 euro. Ma non solo... Devo compilare una decina di fogli, o forse più, con domande assurde e porre ben otto volte la mia firma». E, come non bastasse, deve anche pagare un euro di commissione, così i 15 euro diventano desolatamente 9. «La commessa mi guarda mentre le spiego la situazione; mi dice che anche per lei è assurdo, ma purtroppo è così. Poi controlla e mi avvisa che sulla card ci sono 5 euro, forse si tratta dei soldi necessari alla sua attivazione, ma non posso incassarli». L'impiegata suggerisce a Daniela di chiedere spiegazioni in Comune, e Daniela lo fa. Quella mattina, però, manca la persona addetta al servizio e Daniela riprova la mattina dopo solo per apprendere che l'errore non dipende dal Comune, ma dall'Inps. E ricomincia l'avventura. Daniela chiama il numero verde dell'Inps, ma non è abilitato per le chiamate col cellulare e la donna, come del resto tantissime altre persone, non ha più il telefono fisso. Così chiama dal cellulare a pagamento: la voce automatica dell'Inps le chiede di digitare il Pin, ma non quello che aveva ricevuto. E lei non ce l'ha. Alla fine le dicono che deve andare di persona all'Inps, farsi dare le prime cifre del Pin perchè le altre le arriveranno via posta a casa. «A questo punto ci rinuncio - sottolinea esasperata Daniela -: quindi per 15 euro che diventano 9 ho perso alcune ore tra gli uffici, saltato il pranzo e mi sono fatta il fegato grosso?».
Susanna Salvador
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