Delitto Coltro, il silenzio di Haprian

Venerdì 22 Marzo 2019
L'INDAGINE
PORDENONE Sei mesi fa l'omicidio di Alessandro Coltro, l'artigiano sacilese ammazzato nel boschetto del centro commerciale che si trova sulla Pontebbana a Fontanafredda. Era il 24 settembre. In carcere con l'accusa di omicidio c'è il 48enne romeno Marius Lucian Haprian. Ieri avrebbe dovuto sostenere un interrogatorio in Procura. Ci sono alcune zone d'ombra, infatti, sulle quali il sostituto procuratore Monica Carraturo e il procuratore Raffaele Tito volevano far chiarezza. Haprian è comparso ieri mattina davanti ai magistrati e al comandante del Nucleo Investigativo, il maggiore Pier Luigi Grosseto, ma ha deciso non rispondere ad alcuna domanda. «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere», ha detto prima di essere riportato nel carcere di Pordenone (era uno dei compagni di cella di Gianmario Bonivento, il 63enne di Fiume Veneto morto la scorsa settimana nel sonno).
In queste ultime settimane la difesa si è rinforzata. Accanto all'avvocato Guido Galletti adesso c'è anche la collega Laura Ferretti. L'impianto accusatorio nei giorni scorsi si è rafforzato con il deposito delle perizie del Ris sull'arma del delitto (una pistola Beretta 22) e gli elementi raccolti dalla sezione Rilievi scientifici dei carabinieri di Pordenone. Haprian ha confessato l'omicidio, ma ha sempre negato di aver avuto intenzione di uccidere, pur avendo mirato esclusivamente alla testa della vittima: «Volevo solo fare una rapina». Sostiene di aver proposto a Coltro la vendita di un Rolex. Credeva che all'appuntamento si sarebbe presentato un commerciante di Sacile, per il quale Coltro aveva fatto da intermediario, invece nel boschetto arrivò la vittima. Quando avrebbe tentato di strappargli i soldi, la vittima avrebbe reagito e ne sarebbe seguita una colluttazione. Haprian sostiene di aver sparato perchè temeva che Coltro fosse armato.
È una versione che gli inquirenti non hanno mai ritenuto credibile. Cuoco, pizzaiolo, scultore per passione, laureato in Psicologia, Haprian tra il 1995 e 1997 ha trascorso due anni nella Legione straniera. Dopo aver ucciso Coltro, ha sepolto la pistola avvolgendola in un panno e in un sacchetto di nylon per non rovinarla. Quella sera al centro commerciale Meta si era fatto accompagnare da Cricersa Garcia, gestrice del ristorantino Palo Alto di Porcia, dove Haprian faceva il pizzaiolo (la stessa mattina si era licenziato). Dopo aver ucciso, si era allontanato con i 15mila consegnati a Coltro da un commerciante di Sacile che era stato convinto a scambiare banconote di piccolo taglio con pezzi di grosso taglio, dietro un compenso di 1000/2000 euro. Secondo la testimonianza di quest'ultimo, non c'era alcun Rolex da acquistare.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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