Cro, sciopero dei precari che rischiano il posto

Venerdì 20 Ottobre 2017
Cro, sciopero dei precari che rischiano il posto
LAVORO A TERMINE
AVIANO Nuova protesta dei precari del Cro, e questa volta si tratta di una corsa contro il tempo: alla fine dell'anno andranno infatti a scadenza oltre metà dei contratti dei precari che operano all'interno della struttura sanitaria avianese, con gravi conseguenze non solamente sul fronte della ricerca, ma anche di altri servizi. Per questo ieri i precari, che già avevano manifestato nei mesi scorsi, si sono fermati per l'intera giornata: prima un'assemblea con le sigle sindacali, poi un volantinaggio per far conoscere la situazione anche agli utenti della struttura. Rispetto alla situazione che abbiamo denunciato a giugno non è cambiato nulla - denuncia Mauro Mazzocut, portavoce del Coordinamento dei precari assieme ad Antonella Zucchetto -: a tutt'oggi non c'è alcuna prospettiva concreta che si possa risolvere questa situazione di precariato, con più della metà dei contratti in scadenza a fine anno. La richiesta è quella di un piano programmatico nazionale che preveda la stabilizzazione del personale nei rispettivi ruoli e, naturalmente, lo stanziamento dei fondi necessari per realizzare l'operazione. Al Cro sono 125 coloro che operano con un contratto atipico, con una leggera prevalenza dei Co.co.co sui titolari di borse di studio. A questi si aggiungono un'altra quindicina di lavoratori con altre forme contrattuali che vanno dall'interinale al dottorato. La situazione dei precari del Cro è poi comune a quella di altri 3.500 ricercatori degli Irccs di tutta Italia. A rendere impossibili anche queste forme contrattuali sono però intervenuti prima il Job act e poi la legge Madia. Un primo intervento in extremis ha consentito una deroga per la proroga dei co.co.co. fino alla fine del 2017, in attesa di normative più specifiche, e questa è la condizione in cui versa la maggioranza dei precari che operano al Cro. Nessuna prospettiva concreta né fondi per la stabilizzazione - continua Mazzocut -. Quello che chiediamo è che si prenda in mano la questione della ricerca sanitaria affrontandola attraverso l'inclusione di queste figure nel Sistema sanitario nazionale. Che cosa potrebbe accadere nel caso non si facessero passi avanti prima della fine dell'anno è difficile da dire. La prima richiesta - spiega Pier Luigi Benvenuto della Funzione pubblica della Cgil, che segue la protesta assieme alla Fp Cgil e all'Anaao Assomed - è quella di una messa in sicurezza nella precarietà ossia, in assenza di soluzioni normative nazionali, una proroga fino alla fine del 2018. A questo proposito, le organizzazioni sindacali avevano richiesto nei giorni scorsi un incontro con il direttore amministrativo del Cro, che tuttavia non si è ancora svolto. E, del resto, i precari sottolineano anche come una proroga non sarebbe risolutiva, anche se comunque rappresenterebbe una boccata d'ossigeno in attesa di una soluzione, considerato anche che i tempi prima della scadenza dei contratti sono decisamente stretti. L'assemblea di ieri è stata l'occasione, per i precari, per fare il punto della situazione: a questo punto, si tratta di capire se qualcosa si muoverà o se, al contrario, si dovranno mettere in campo nuove iniziative. Stiamo cercando di pressare il Governo affinché si affronti questa situazione dei precari - conferma Benvenuto -, per cercare soluzioni che garantiscano non solo la stabilizzazione dei precari, ma anche la stabilizzazione della ricerca. Anche in questo istituto ci sono persone che operano da più di quindici anni, e sempre con forme contrattuali atipiche.
Lara Zani
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