Condannato il compagno violento

Martedì 22 Gennaio 2019
IL PROCESSO
PORDENONE Un compagno violento, che la minacciava e insultava, che non esitava a metterle le mani addosso. «Io ti ammazzo - le disse un giorno - non sai che cosa sono capace di fare con la forza che ho, non mi ferma nessuno». Trentadue anni, originario del Cividalese, ieri l'uomo è stato condannato dal giudice monocratico Iuri De Biasi (vpo Beatrice Toffolon) a 2 anni e 3 mesi di reclusione. Alla parte civile, che si era costituita con l'avvocato Luca Colombaro, è stata riconosciuta una provvisionale di 10 mila euro. Il risarcimento sarà quantificato in separata sede dal Tribunale civile.
La vicenda risale a poco più di un paio d'anni fa. La coppia viveva in provincia di Pordenone. Che fosse una convivenza segnata da forme di aggressività intollerabili, se n'era accorto il padre della vittima, che intervenne e portò via la figlia mettendo fine alla convivenza. Gli accertamenti della Procura avevano poi evidenziato che la donna era rimasta vittima di maltrattamenti in famiglia abituali, fatti di vessazioni fisiche, psicologiche e morali. «Io ti ammazzo» era una minaccia ricorrente, accompagnata anche da aggressioni. Una volta l'uomo morsicò la compagna a un braccio, in un'altra occasione le lanciò una ciabatta in un occhio, la trascinò via di peso insultandola e, l'episodio più grave contestato, nel settembre del 2016, l'afferrò per i fianchi e per il collo procurandole contusioni che i medici giudicarono guaribili in una settimana.
Ad aggravare l'aggressività dell'imputato, che era difeso dall'avvocato Valter Buttignol, era anche l'abuso di sostanze alcoliche. Tra gli episodi contestati nel capo di imputazione vi è una lite in auto: lui correva a velocità elevata nonostante avesse bevuto, lei lo invitò ad accostare per sostituirsi alla guida, ma incassò soltanto una reazione violenta.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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