Concorsone per infermieri, in Fiera l'assalto al posto sicuro

Mercoledì 21 Febbraio 2018
LA RESSA
PORDENONE Arrivano da tutta Italia, ma anche dalla provincia di Pordenone e da quelle vicine. Spesso un lavoro già ce l'hanno, ma precario, e inseguono il sogno di un impiego pubblico e a tempo indeterminato. Molti, però, hanno mollato prima: forse spaventati dal gran numero degli aspiranti, forse scoraggiati dalla distanza, hanno rinunciato senza neanche tentare il primo step del percorso che mette in palio 466 posti da infermiere nel Sistema sanitario regionale. I numeri erano così alti che i candidati sono stati suddivisi in tre sedi - Pordenone, Udine e Trieste - e in diverse sessioni.
LA CORSA ALLE SEDIE
Alla Fiera di Pordenone, ieri mattina, erano attesi in 1.363: si sono presentati in 462, meno di un terzo. E molte sono state le defezioni anche fra i 1.354 previsti nel pomeriggio, a partire dalle 14.30, come hanno dimostrato le numerose sedie vuote all'interno del padiglione numero 5. L'appuntamento, ieri mattina, era per le 8.30, ma gli arrivi sono proseguiti fin dopo le 9.30. Folla all'ingresso della Fiera, nella hall, al bar, nel cortile interno davanti al padiglione 5, dove le operazioni di registrazione - suddivise in diverse postazioni in base all'ordine alfabetico, hanno inevitabilmente richiesto tempi lunghi. Tutto, in Fiera, è organizzato per la maratona del concorso: oltre al bar, la vendita di bottigliette d'acqua all'esterno e il servizio Wc. All'interno, lo spazio riservato è quello del padiglione 5: file e file di sedie e nessun banco, per quello che è annunciato come un test a risposta multipla. Una volta terminato l'afflusso dei candidati, un'ampia zona della sala resta deserta, ma un gruppo viene poi trasferito per garantire lo svolgimento del test nelle condizioni migliori. Per chi supererà la preselezione, i passi successivi saranno una prova scritta, una prova pratica e una prova orale.
GLI ACCOMPAGNATORI
La corsa a un posto da infermiere è spesso una questione di famiglia: ad accompagnare i candidati (classe 1960 i più anziani, 1995 i più giovani, con una prevalenza di donne e un buon numero di nomi di origine straniera) ci sono genitori, mogli, mariti e fidanzati, in qualche caso con tanto di cani. E non mancano le carrozzine con bimbi piccolissimi, affidati ad amici e parenti giusto per il tempo della prova. L'attesa trascorre fra l'ultimo ripasso, i messaggi WhatsApp, quattro chiacchiere fra persone che hanno già condiviso percorsi di studio ed esperienze professionali. E pure qualche foto ricordo: chissà che quella di oggi non si riveli, alla fine, una giornata da ricordare. Tanti coloro che arrivano da regioni lontane, come dimostra il mescolarsi di accenti, ma non solo.
I PROTAGONISTI
É il caso di Eva ed Elisabetta, rispettivamente da Pordenone e da Portogruaro. L'una lavora già con partita iva, ma sogna un contratto vero, a tempo indeterminato. L'altra, addirittura, il contratto vero già ce l'ha, ma ha scelto di tentare comunque quest'altra opportunità. E poi ci sono quelli che arrivano da più lontano, come Milena, marchigiana, e Lillo, siciliano, che di concorsi ne ha fatti già tanti. Lei un lavoro non ce l'ha, e per un posto da infermiera in Friuli è pronta a fare la valigia e a trasferirsi. E il trasferimento non è un problema nemmeno per lui, che pure lavora «ma nel privato - spiega -. Per un posto statale - aggiunge -, farei qualsiasi cosa: nel privato, oggi ci sei, domani chissà». A proposito di privato, che di lavoro per gli infermieri ce ne sia, almeno fuori dal pubblico, lo dimostrano i cartelli spuntati ieri mattina nel parcheggio della Fiera: proprio in vista del concorsone, una nota società cooperativa che opera nel settore ha infatti disseminato i pali di annunci di lavoro mirati. Una sorta di piano B, insomma, per i bocciati del concorso. E in molti, passando, hanno strappato la striscetta con i recapiti. Non si sa mai.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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