Comune, in aula è battaglia sui social

Mercoledì 26 Settembre 2018
Comune, in aula è battaglia sui social
LA POLEMICA
PORDENONE Dopo la politica sui social, lunedì sera sono stati i social a irrompere in sala consiliare. E in aula si sono riproposti toni e modi degli scontri in rete: se nel momento più caldo dello scontro il consigliere del Pd Nicola Conficoni si è rivolto ad alcuni consiglieri di maggioranza definendoli fascisti, è stato il sindaco Alessandro Ciriani a parlare di soccorso rosso e di squadrismo a proposito degli attacchi a lui rivolti da certa sinistra. E dopo il durissimo scontro fra i due consiglieri regionali Alessandro Basso (Pordenone Cambia) e Conficoni, è stato lo stesso primo cittadino a chiedere di abbassare i toni ma anche a rivendicare il suo diritto di usare i social: Non sono il bersaglio di nessuno, pretendo rispetto. E non posso essere censurato. Pietra dello scandalo, un post aperto sabato sera, di carattere tutt'altro che politico, nel quale il sindaco era intervenuto con un gioco di parole sui cognomi di Daniela Giust (Pd) e Marco Salvador (Pordenone 1291). Ma a portare il post al centro dell'attenzione dell'aula era stato Conficoni, critico nei confronti dei modi usati dal primo cittadino nei confronti di una sua interlocutrice: Un sindaco deve rispettare chi non la pensa come lui, deve alimentare un dibattito sereno e usare un linguaggio non aggressivo. Ma ad accendere la lite è Basso, quando parla di squadra assoldata sui social: Vi servite di una squadra di persone che fanno parte della borghesia cittadina che possono sostenere le vostre azioni a qualsiasi ora del giorno e della notte, che mandano i WhatsApp a Conficoni per sapere cosa devono scrivere. Il capogruppo Pd minaccia querele, ma anche Mario Bianchini (Il Fiume) replica con un riferimento alle truppe cammellate del sindaco in rete. Uno spettacolo poco edificante - lo definisce il giorno dopo Alberto Santarossa (Autonomia responsabile), dicendosi amareggiato per la dimostrazione di dilettantismo di un consigliere di opposizione. I social sono una piazza virtuale - rivendica il sindaco nel suo intervento -. Io ero in quella piazza virtuale, al tavolino di un bar con una mia amica, e intervengono i soliti rappresentanti di una certa sinistra a rompere le scatole. Dite a queste persone di non intervenire a casa degli altri e di non dare giudizi su chi sta parlando di tutt'altro tranne che di politica. Andate a vedervi le considerazioni gentili di queste persone nei confronti del sindaco in uncensored, dove la signora è andata a chiedere aiuto. Io l'ho definito una sorta di soccorso rosso o di squadrismo. Le ho solo detto: fossi in lei, sarei più prudente, perché anche lei ha un ruolo pubblico, e credo che in un'insegnante la neutralità sia fondamentale. Se invece perpetui ogni giorno un attacco pregiudiziale nei confronti non solo dei provvedimenti del sindaco, ma della persona del sindaco, mi sento in diritto di poter rispondere, perché io non sono il bersaglio di nessuno, e mi sono stancato di esserlo. E taglia corto anche sull'accusa di fascismo, una di quelle, peraltro, che lo avevano indotto ad avviare azioni legali nei confronti di utenti Facebook: La questione del fascismo è l'ultimo nemico che vi è rimasto, ma dovete cercarlo come Diogene col lanternino. Non ne faccio un caso di stato, ma invito tutti, anche la mia maggioranza, a essere un po' più prudenti su queste considerazioni, e ad abbassare i toni.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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