COMMERCIO
PORDENONE Trent'anni di boom e poi un rallentamento nella crescita

Lunedì 21 Maggio 2018
COMMERCIO PORDENONE Trent'anni di boom e poi un rallentamento nella crescita
COMMERCIO
PORDENONE Trent'anni di boom e poi un rallentamento nella crescita del numero di locali pubblici in città, la cui mappa vede attualmente un'altissima concentrazione nella zona dell'ipercentro. Questa la mappa disegnata dallo studio di settore che l'amministrazione comunale ha commissionato alla General planning srl di Udine, sui cui esiti si è lavorato per predisporre il nuovo Regolamento per gli esercizi di somministrazione, sul quale si esprimerà il Consiglio comunale convocato oggi alle 18, prima che il documento ritorni all'Uti. L'obiettivo è dunque quello di gestire e valutare i casi in cui le nuove aperture possano contribuire ad aumentare nel centro storico rumore, traffico, inquinamento, abuso nel consumo di alcol e problemi di sicurezza.
Nel Comune di Pordenone, rileva lo studio, sono 272 le attività di somministrazione di alimenti e bevande, per una superficie complessiva di 23.773 metri quadrati, ossia in media 88 metri quadrati per ciascuno. Di queste, 69 sono attività di ristorazione, 203 di mescita. La rete comunale ha manifestato un continuo sviluppo nel corso degli ultimi 38 anni, sia nel numero delle aziende (passate dalle 155 del 1979 alle 272 attuali, con un incremento del 75 per cento), sia nelle superfici (da 13.545 a 24.425 metri quadrati, + 80 per cento), grazie alle norme deregolarizzanti che hanno scardinato il vecchio sistema del contingentamento. Dal 2009, però, tale crescita è rallentata: solo + 7 per cento delle attività e + 0,8 per cento di superfici, con una riduzione degli esercizi di mescita (-8,5 per cento) e un aumento delle attività di ristorazione (+23,7 per cento). Un cambiamento che sarebbe dovuto, secondo gli autori del rapporto, da un lato alla scomparsa della popolazione militare e, dall'altro, a un orientamento di studenti e lavoratori sulla ristorazione veloce per la pausa pranzo. Oggi tutte le aree residenziali maggiori del Comune sono dotate di servizi di questo tipo, con una maggiore concentrazione dove più numerosi sono i residenti o dove si trovano strutture polarizzanti come uffici pubblici, scuole, stazioni. Se si suddivide la città fra ipercentro e resto del Comune, si rileva che il primo - con il 2 per cento della superficie e il 10 per cento della popolazione, accoglie quasi il 50 per cento delle aziende e il 43 per cento delle superfici. E le domande di nuove aperture continuano a fioccare. Competitività e accessibilità. Sono le aree più centrali del Comune a manifestare il più alto livello di competitività. Basti pensare che nell'ipercento i pubblici esercizi in un'area di un chilometro quadrato sono 162,03 (a fronte dei 3,77 nel resto del Comune), uno ogni 37,55 abitanti, contro i 329,46 del resto della città. Di conseguenza, chi cammini nell'area più centrale deve percorrere solamente 71 metri in media per trovare un pubblico esercizio, 91 per il secondo e 105 per il terzo. Distanze che, invece, aumentano vertiginosamente nel resto della città: 284 metri per un primo locale, 391 per il secondo e 495 per il terzo. La grande concentrazione di esercizi nelle aree del centro storico le ha portate dunque ad avere un alto grado di accessibilità da parte dell'utenza, mentre i quartieri e le aree più periferiche, salvo qualche rara eccezione, hanno un minor grado di accessibilità da parte dell'utenza. Infine, nell'ipercentro sono mediamente 0,283 i locali pubblici presenti nel raggio di 50 metri dalle abitazioni, a fronte di una media cittadina di 0,029 e un dato relativo al resto della città di 0,015.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci