Civiltà Altolivenza, 30 anni da apripista

Lunedì 21 Maggio 2018
BUDOIA
L'associazione interregionale Civiltà Altolivenza ha festeggiato i suoi trent'anni con un momento celebrativo al teatro di Dardago, con il vicesindaco Pietro Janna a fare gli onori di casa. L'associazione presieduta da Mario Po' fu, infatti, costituita il 30 aprile del 1988 di fronte al notaio Pietro Buscio. Ventinove i soci fondatori tra cui Antonio Lot, compianto imprenditore sacilese, che fu il primo presidente e che ha lasciato traccia indelebile del suo operato. Molteplici le iniziative da lui avviate allo scopo di difendere e valorizzare la identità storica e culturale ed i caratteri tradizionali dell'Alto Livenza.
Il vicepresidente Mario Cosmo ha coordinato l'evento aperto dall'intervento del decano dei fondatori Italo Cover. Altri soci hanno poi sottolineato sul carattere innovativo del progetto Alto Livenza «forse - è stato rimarcato a più riprese - troppo avanti rispetto ai tempi su tutta una serie di tematiche oggi invece di stretta attualità».
«Questo anniversario - ha sottolineato il presidente Po' - può essere ben ricordato in quanto ricollegato ad una delle scelte di visione territoriale più significative compiute nel secolo scorso nella nostra area. Si pone comunque l'obbligo di interrogarci su quale sarà la nostra mission per il prossimo futuro. Sedici i Comuni che hanno aderito all'iniziativa, ha proseguito Po', al pari della province di Pordenone, Treviso, Venezia: Budoia, Caneva, Polcenigo, Sacile, Fontanafredda, Brugnera, Prata e Pasiano; in Veneto Orsago, Cordignano, Gaiarine, Portobuffolè, Mansuè, Gorgo al Monticano, Meduna e Motta di Livenza. La valorizzazione e la riscoperta dell'Alto Livenza, territorio definito unico grazie alle sue peculiarità caratteristiche che lo rendono diverso e identificabile solo con se stesso, hanno impegnato in questi trent'anni l'associazione a livello provinciale, regionale, nazionale ed internazionale. Al di là delle difficoltà resta l'impegno per una progettualità da utilizzare a vantaggio delle genti insediate nel territorio altoliventino».
Francesco Scarabellotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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