CENTRODESTRA
PORDENONE Ultime ore di campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia

Venerdì 27 Aprile 2018
CENTRODESTRA
PORDENONE Ultime ore di campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia per i tre leader nazionali del centrodestra: Berlusconi, Salvini e Meloni arrivata ieri a Pordenone per una due giorni regionale. Ma è proprio la leader di Fratelli d'Italia a smentire l'ipotesi di un comizio a tre (Berlusconi ieri sera ha confermato di averlo proposto, «ma siccome la signora Meloni è impegnata a Gorizia e non si farà», ha detto il cavaliere) che però è saltato. «Per la verità no. Devo dire la verità, non lo abbiamo mai considerato. Anche perché - ha detto Giorgia Meloni, appena arrivata in città accanto al sindaco Alessandro Ciriani e al coordinatore provinciale del partito Emanuele Loperfido - non abbiamo mai saputo che saremmo stati tutti qui gli stessi giorni. Ci avremmo anche provato, ma poi adesso a fine campagna abbiamo tutti delle agende incastrate un po' male. Però no, non ci abbiamo mai lavorato. Ognuno ha organizzato le proprie iniziative. E le dirò: in una campagna elettorale che è ormai agli sgoccioli forse è più utile essere in più posti contemporaneamente per portare poi sostanzialmente la stessa proposta. Non me ne faccio un cruccio, le delegazioni unitarie vanno bene per il Quirinale, ma non per le campagne elettorali perché in campagna più gente ti vede e più utile è».
LA FRASE SU HITLER
La leader dei patrioti poi torna sulla frase del giorno precedente in cui i grillini venivano paragonati a Hitler e sulla quale si è scatenata una bufera. «Ho sentito - ha sostenuto Meloni - dare da Berlusconi dei giudizi un po' troppo lapidari in questi giorni. Anche se si sa che il movimento Cinque Stelle non è esattamente il mio modello, Berlusconi ha detto alcune cose sopra le righe. Non solo questa qui, ma anche quando ha parlato di chi pulisce i bagni. In Italia è pieno di gente che pulisce i cessi e non mi pare che ci sia niente di male e non mi piace denigrare. È tipico della sinistra di solito denigrare le persone più deboli della società o chi fa i lavori più semplici». Tornando invece alle regionali Meloni boccia il progetto delle macroregioni caro alla Lega. «Io ho sempre detto che sono a favore di una maggiore autonomia delle regioni, ma autonoma concordata con lo Stato nazionale. Noi abbiamo uno stato che non è capacae, non è efficiente, non è efficace e questo porta a spinte centrifughe in cui ciascuno vuole rimanere quello che è. La nostra ricetta è da sempre federalismo e presidenzialismo. Vogliamo uno Stato centrale forte con il presidente eletto dagli italiani che vada a casa quando sbaglia e che non sia prigioniero dei giochi di palazzo. Vogliamo costruire un sistema in cui anche i territori abbiamo maggiore autonomia. Noi crediamo nel federalismo municipale, noi crediamo che siano i sindaci la vera forza dei territori. L'identità dei campanili italiani è data dai Comuni, non è data dalle Regioni che sono una sovrastruttura rispetto ai municipi. Il nostro modello su cui lavorare è quello del federalismo dei sindaci».
TRATTATIVE ROMANE
Meloni tocca poi il tema profughi. «Qui il tema - come ribadirà più volte nel comizio della sera in piazza Cavour a Pordenone raggiunta da Massimiliano Fedriga - non è dove mettiamo le persone che arrivano, qui il tema è che non si deve entrare illegalmente». E sul governo? «Ora si lavora per mettere insieme chi è arrivato secondo, chi è arrivato terzo, chi è arrivato sesto e qualche senatore a vita per scalzare chi è arrivato primo alle elezioni. Secondo me non è il modo migliore per rispettate le volontà popolare che è quello che vogliamo fare noi. Un governo che faccia cose di centrodestra. Lo dico qui da Pordenone perché qui noi esprimono uno dei migliori modelli di governo a livello nazionale».
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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