CENTRO URBANO meno protetto

Venerdì 28 Luglio 2017
Spaccio di droga, risse, molestie. E ancora: prostituzione ha fatto scalpore il caso di alcuni richiedenti asilo che vendono il proprio corpo per pochi spiccioli e situazioni, benché ancora contenute, di disagio giovanile. Da qualche tempo a questa parte Pordenone sta vivendo una situazione a dir poco complessa. Sono diversi gli episodi, che si sono susseguiti in un arco di tempo limitato, che hanno fatto suonare il campanello d'allarme. Segno tangibile che qualcosa è cambiato o sta cambiando. I controlli delle forze di polizia sono aumentati, è vero, e anche la polizia locale, che entro la fine la fine dell'anno potenzierà il proprio organico con l'arrivo di due nuovi agenti, ha ottenuto il via libera dal prefetto per aumentare gli orari di lavoro. Tuttavia, come sostiene l'assessore Emanuele Loperfido, «queste misure non sono sufficienti se poi non c'è la certezza della pena». L'esponente della giunta Ciriani confida nella casualità che, specialmente nell'ultimo periodo, in città di sia assistito ad una escalation di episodi. «Se così non fosse la sua riflessione qualcuno dovrebbe cominciare a preoccuparsi e fare una riflessione attenta. A Pordenone non vogliamo arrivare alla degenerazione, a situazioni ben più gravi di quelle a cui abbiamo assistito. Parlando con le persone mi accorgo che in loro c'è una percezione di insicurezza e questo non è un buon segnale. Al prefetto Laganà sono state segnalate tutte le situazioni di criticità e noto con molto piacere come si sia subito cercato di intervenire tempestivamente. Ribadisco un concetto: qui la situazione è migliore rispetto a tante altre realtà ma questo non è un buon motivo per stare tranquilli. Vogliamo, prima di tutto, che da parte di chi arriva in città (il riferimento è soprattutto alla componente dei richiedenti asilo, ndr) ci sia un maggior rispetto della comunità». Il messaggio di Loperfido alle varie cooperative che gestiscono i migranti è chiaro: «Sarebbe il caso che spingessero verso una maggiore educazione civica». Secondo l'assessore alla Sicurezza a Pordenone la qualità della vita è ancora buona. «Non abbiamo elementi particolari spiega per affermare il contrario. La situazione, benché qualcuno ne dica, non sta sfuggendo di mano. Se così fosse, come amministrazione non avremmo mai messo a bilancio ulteriori fondi per la sicurezza e il sociale. Aumentare il numero delle ore di lavoro degli agenti, rafforzare l'organico di polizia locale e potenziare il sistema di videosorveglianza chiarisce Loperfido sono state le prime contromosse rispetto ad una richiesta di maggiore sicurezza. Non solo: proseguiremo la collaborazione con alcuni gruppi di volontari e in alcune situazione metteremo in campo gli educatori di strada. Questo come amministrazione potevamo fare e questo abbiamo fatto». Intanto saranno diciassette i dispositivi che verranno installati nella zona dell'autostazione. La videosorveglianza sarà collegata al comando di polizia municipale che visionerà le immagini in via esclusiva. E' stata così rivoluzionata l'impostazione ereditata dalla giunta Pedrotti che prevedeva un sistema a circuito chiuso con le immagini che venivano immagazzinate solo all'interno dell'autostazione stessa. Resta il fatto che la percezione dei residenti è che a Pordenone, a causa di una serie di eventi, la sicurezza sia diminuita. Il centrodestra, in campagna elettorale, di questa questione aveva fatto la sua bandiera.
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