Camera di commercio «La battaglia continua»

Domenica 20 Agosto 2017
Camera di commercio «La battaglia continua»
Una sconfitta. Non ci sono dubbi. Anche se questa volta, a differenza di tante altre, la provincia (leggi classe politica e imprenditoriale) era unita nella battaglia. Eppure la Camera di commercio unica non è passata. Anzi. La beffa è arrivata all'ultimo minuto, quando tutto sembrava fosse andato per il verso giusto. E così Pordenone dovrà fondersi con Udine, mentre la Venezia Giulia andrà da sola per la sua strada. Una batosta che non è stata digerita e che da un lato ha isolato il territorio, dall'altro lo ha comunque motivato ad andare avanti nella battaglia. Resta da capire la cosa più importante: cosa farà la Regione? Se da un lato, infatti, la presidente Debora Serracchiani e soprattutto il suo vice, il pordenonese Sergio Bolzonello si erano schierati con Pordenone (camera unica regionale), ora che si tratta di presentare il ricorso contro il decreto del Ministero pare esserci poca voglia di schierarsi. Magari è solo una impressione, ma sino ad ora nessuno da Trieste ha espressamente chiarito il percorso. A farlo, invece, il presidente di Unindustria, Michelangelo Agrusti, che ha guidato questa battaglia e che continua a farlo, insieme a tutti i rappresentanti delle categorie economiche. Non solo. In ballo c'è anche la fusione dei Confindustria.
Presidente Agrusti, doppia Camera di commercio anzichè una sola. Sconfitta per l'intero territorio?
«È una sconfitta per la nostra Regione e non solo per la sua componente istituzionale. Si tratta di uno strappo che a qualcuno può apparire insignificante, ma può invece diventare la pietra che interrompe l'ingranaggio che sino ad ora ha così efficacemente mantenuto l'equilibrio e quindi l'unità della Regione».
È vero che parte della classe politica ed imprenditoriale di Udine sarebbe favorevole alla Camera unica?
«Direi che la quasi totalità - da quel che sento io direttamente - della classe imprenditoriale e non solo industriale udinese è sicuramente per una unica Camera di commercio. Come pure quella giuliana. Non bisogna infatti confondere le elite dirigenziali degli Enti con la larga base degli imprenditori che a questi enti fa riferimento».
Come dire che è sempre e solo questione di poltrone?
«Non solo questo. Le Camere di commercio sono alimentate principalmente dal contributo degli imprenditori. Invece ora sono diventate oggetto di contesa tra piccoli potentati con una non marginale incursione della politica».
Si riferisce a Ettore Rosato?
«Rosato ha ritenuto di tutelare l'interesse del suo territorio, ma gli voglio ricordare che i suoi padri politici - se li ricorda ancora - hanno mantenuto il ruolo di Trieste perseguendo sempre l'obiettivo dell'unità regionale. Non esiste un capoluogo di regione che si occupi dei suoi esclusivi interessi. Se vuole rimanere capoluogo di regione».
Date per scontato che la Regione faccia ricorso insieme a voi?
«Fin qui ho conosciuto un presidente di Regione e un vice leali e schierati in questa battaglia che - si badi bene - non è la battaglia di Pordenone, ma è una battaglia giusta per tutti. Non ho elementi per poter dubitare che saranno coerenti con le scelte sin qui fatte e ho la certezza che non si nasconderanno dietro artifizi legulei di qualche tipo. Questa è una scelta politica».
Facciamo però un assurdo: la Regione non presenta ricorso ...
«Siccome è un assurdo non ho una risposta».
Riformulo al presente indicativo: la Regione non fa ricorso. Cosa succede?
«Qualcuno dovrà spiegare, cercando di essere persuasivo il perchè ci sia stato un cambio di linea e perchè non si siano associati alla maggioranza delle Regioni, tutte quelle del Nord, che per una ragione e per un'altra hanno annunciato ricorso contro questo aspetto della Madia. Il fasin di besoi questa volta non funziona.
Parla già in friulano. Si sta adeguando?
«In che senso?»
Udine si porta a casa tutto, non solo la Camera di Commercio ...
«Io credo che al di là dei numeri anagrafici Udine abbia, come tutti gli altri territori, un grave deficit di classe politica. E non solo. Ed è questa la grande questione che riguarda la situazione della Regione ed è molto simile a quella di un intero Paese. Non ci sono in questa Regione territori forti, come stento a vedere poteri forti. Magari ci fossero. Potrebbero fare scelte importanti e decisive».
Alla gente comune cosa viene in tasca con una sola Camera di commercio anzichè due?
«La Camera unica mette su un sostanziale terreno di parità tutti i territori obbligando poi i soggetti in campo, ossia le categorie economiche, a trovare accordi per gli obiettivi strategici da dare all'Ente camerale e a qual punto conteranno non le appartenenze della geografia, ma l'equilibrio tra gli interessi delle stesse categorie economiche rappresentante».
C
ome sta evolvendo il cammino per l'aggregazione regionale degli Industriali?
«Diciamo che esiste in questo momento una convergenza già operativa tra Pordenone e la Venezia Giulia che hanno già deliberato l'avvio dell'unificazione. Udine, dopo la mancata elezione del nuovo presidente, deve ancora definire qual è il suo percorso interno per poi procedere - se lo riterrà e come ha più volte dichiarato - ad unirsi a questo processo. Certo che mi aspetto da Confindustria Udine, ma anche da quella della Venezia Giulia parole chiare per quanto riguarda l'unità della Camere di commercio. Avrebbe poco senso fare una battaglia per una cosa senza farne una più significativa per l'altra».
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