Bufera con la Francia, i timori delle imprese che fanno export

Martedì 12 Febbraio 2019
L'EXPORT
PORDENONE Il sistema economico del Friuli occidentale, rispetto agli altri territori provinciali della regione, è il maggiore esportatore verso la Francia. Sono diverse le imprese locali che lavorano quotidianamente con clienti del Paese cugino. È per questo che le tensioni diplomatiche e i bisticci di questi giorni tra i due governi stanno gettando parecchia preoccupazione tra le aziende che hanno nel proprio portafoglio clienti e aziende francesi.
I SETTORI
In particolare a guardare il mercato oltre le Alpi è l'intero comparto-filiera del mobile-arredo e della casa. Ma poi c'è un'altra filiera particolarmente importante per il territorio e per la quale il mercato francese è uno sbocco importante: il settore dell'agroalimentare con in testa i Vivai Cooperativi Rauscedo che esportano una buona fetta della produzione delle barbatelle. E poi c'è il vino. Inoltre la Roncadin di Meduno negli ultimi anni ha molto ampliato l'export di pizze surgelate oltre il confine delle Alpi. Una parte di prodotti esportati riguardano pure il comparto della meccanica, in particolare l'automotive. Senza contare poi che la storica banca del territorio, FriulAdria, è ormai da parecchi anni sotto le insegne del più importante gruppo bancario della Francia, il colosso Crédit Agricole. Insomma, il Paese confinante e storicamente amico è un partner economico-commerciale molto importante per il territorio. Basti pensare che complessivamente - il dato è relativo al 2017 - l'export made in Pordenone verso la Francia è stato di quasi 430 milioni di euro. Un dato superiore sia a Udine (circa 377 milioni) che a Triste (374 milioni circa) che a Gorizia (57 milioni). Inferiori i numeri delle materie prime e dei prodotti importati pari a circa 124 milioni di euro. Nel 2018 il dato è relativo solo ai primi nove mesi: il valore di merce che dalla provincia di Pordenone è andato in Francia è stato di circa 340 milioni.
I TIMORI
«Per il nostro territorio - conferma il vicepresidente della Camera di commercio di Pordenone-Udine Giovanni Pavan - quello francese è un mercato molto importante. Nel comparto del mobile e della casa, nonostante la crisi che ha colpito duro, le esportazioni restano ancora molto forti. È chiaro che le imprese lavorano meglio se il clima tra i Paesi con cui hanno scambi commerciali sono positivi. Quando c'è qualche tensione a livello diplomatico ne risentono anche i rapporti industriali e commerciali. Per questo tra gli operatori c'è un po' di preoccupazione. L'auspicio è quello che vi sia un chiarimento a livello diplomatico in modo che anche sul cielo dei rapporti economico-commerciali torni il sereno». Le imprese temono che la bufera sulle relazioni diplomatiche tra governi italiano e francese possano alla lunga causare qualche difficoltà o disdette di ordini. «Il mercato dei prodotti alimentari italiani - aveva sottolineato solo alcuni giorni fa Dario Roncadin, ad della società di Meduno - registra un trend in forte crescita: tutti riconoscono la bontà e la qualità della produzione alimentare italiana e la Francia, da qualche tempo, è il paese europeo che guida questa richiesta. Una situazione di tensione sicuramente non ci sfavorisce nel breve periodo, ma se il confronto si intensifica alcune opportunità di business future potrebbero essere più complicate». La bufera francese arriva proprio quando si guarda anche alla Brexit. Per la Roncadin quello del Regno Unito è il secondo mercato europeo, dopo quello della Germania. «Guardiamo con molta attenzione e monitoriamo, di fatto ormai quotidianamente, quello che sta succedendo nel Regno Unito rispetto alla situazione legata alla Brexit. Si tratta di un mercato strategico per noi. Fortunatamente abbiamo clienti consolidati, con cui si sono instaurati rapporti di partnership e di fiducia».
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci