«Boicottiamo il commissario»

Martedì 20 Marzo 2018
«Boicottiamo il commissario»
LA BATTAGLIA
PORDENONE Sarà pronto in una decina di giorni il ricorso contro il nuovo decreto ministeriale che accorpa la Camera di commercio di Pordenone con quella di Udine. E pochi giorni di tempo e un'unica seduta ha anche la Giunta regionale, prima di fare le valigie, per decidere se associarsi all'iniziativa. Intanto, poiché l'iter per l'accorpamento non si ferma, le categorie provano a boicottare l'arrivo del commissario ad acta Maria Lucia Pilutti, che sarà domani a Pordenone per discutere alcuni aspetti del percorso di unificazione. L'l'iniziativa parte da Unindustria: «Quando verrà il commissario - ha spiegato il presidente Michelangelo Agrusti -, Confindustria non sarà presente. Noi diserteremo l'incontro, come spero faranno anche le altre categorie». Il primo a raccogliere l'invito è stato il presidente di Confcooperative Luigi Piccoli, ma è probabile che anche altre associazioni di categoria seguano questa strada. Più rappresentanti del mondo economico che della politica, ieri sera, all'incontro convocato dal presidente della Camera di commercio Giovanni Pavan e che ha visto anche la presenza del prefetto Maria Rosaria Laganà. Assenti molti sindaci per la concomitanza dei consigli comunali (che comunque hanno fatto avere i loro messaggi di supporto) e assente per altri impegni anche il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, è toccato a Paolo Panontin difendere la posizione della Regione dagli attacchi provenienti da ogni lato. Unici altri esponenti politici a prendere la parola sono stati il senatore Lodovico Sonego e il neoeletto Franco Dal Mas. Al presidente Giovanni Pavan il compito di fare il punto sulle novità; l'imminente arrivo del commissario da una parte e il nuovo ricorso dall'altra. Sul primo, Pavan rileva come la Camera di commercio sia già di fatto formalmente esclusa. Quanto al ricorso, «la Camera di commercio - ribadisce - si opporrà con tutta la tenacia e determinazione possibili contro un decreto che elude la decisione della Corte costituzionale, il ricorso di quattro Regioni e, soprattutto, non tiene conto delle esigenze delle nostre categorie economiche. Se la Camera si è mossa mettendosi di traverso, lo ha fatto in forza di esclusive ragioni di opportunità per il bene dei cittadini e delle imprese». «È chiaro - precisa l'avvocato Bruno Malattia - che quando si intraprende una causa non si può avere la certezza di vincere. Noi dovremmo dire che è una causa molto difficile ed è resa ancora più difficile dal comportamento che ha assunto la Regione anche in quest'ultima fase. Ma non fare nulla sarebbe stato delittuoso. Ci auguriamo ora che la Regione si associ». E l'appello alla Regione è condiviso naturalmente da Pavan e da Agrusti, che ricorda anche la presa di posizione del presidente della Paritetica Stato-Regioni Ivano Strizzolo, con un appello affinché anche le Camere di commercio siano riportate nelle competenze dell'autonomia regionale. «In questo modo - commenta Agrusti -, ce la giocheremmo fra di noi, e sono sicuro che si troverebbe l'equilibrio fra i territori. Quello che non si è capito è che non è una questione pordenonese, ma che da questo dipende la tenuta di una Regione complicata». Da parte sua, Panontin spinge perché la Regione si associ al ricorso, ma difende anche quanto fatto finora. «Ho preso una posizione netta e lo ribadisco - premette -: sarebbe giusto che ci associassimo al ricorso. Ma ho vissuto tutta la vicenda con la Giunta, e non mi chiamo fuori: sul piano politico la Giunta regionale ha fatto tutte le azioni che poteva fare perché ci fosse un'unica Camera di commercio regionale. Io non mi difendo da niente e da niente deve difendersi la Giunta regionale. Ma la politica nazionale aveva le competenze per decidere e ha deciso». Su questo è scontro con Malattia, che ribadisce la competenza concorrente di Stato e Regioni. Ma ora il punto è la posizione che la Regione assumerà sul ricorso: «Io ribadirò - assicura Panontin - la mia richiesta alla Giunta di associarsi al ricorso. Poi la Giunta regionale è composta da diversi soggetti che arrivano da territori diversi, ed è evidente che su questa vicenda ciascuno guarda a casa propria, soprattutto a quaranta giorni dal voto. È difficile che questa Giunta trovi i numeri per approvare un provvedimento che potrebbe danneggiare i territori di riferimento. Comunque abbiamo ancora un'occasione per tentare di riconsiderare questa posizione». E non rinuncia a togliersi qualche sassolino dalle scarpe: «La gente deve sapere quello che le forze politiche dicono in un dato momento e dimenticano subito dopo: l'abolizione delle Province è una cosa che abbiamo voluto tutti». Ma, se la Regione è la prima a essere chiamata in causa, l'appello è anche ai neoparlamentari, «ai quali chiedo - è l'esortazione di Pavan - se e in che modo intendano sostenere questa battaglia».
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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