Atap, veleni alla vigilia delle nomine

Giovedì 27 Luglio 2017
Atap, veleni alla vigilia delle nomine
Alla vigilia dell'assemblea dei soci Atap che dovrà nominare il nuovo cda della società non mancano polemiche e veleni. Dopo che sono informalmente circolati alcuni nomi che domani potrebbero essere confermati (in particolare quello di Narciso Gaspardo, già direttore generale del Mediocredito che sarebbe la figura tecnica sulla quale si sarebbe trovato l'accordo tra tutti i sindaci per la presidenza e di Vincenzo Milanese, a lungo direttore della società del Tpl pordenonese, ieri è spuntato anche il nome di Giulia De Marco, in quota centrodestra e già nel cda della Casa di riposo di Cordenons) non sono mancate prese di posizioni. Lo stesso presidente Vagaggini che si è visto dare il benservito dalla politica dopo quasi quattordici anni - pur scegliendo la strada del silenzio - ha fatto trapelare qualche schizzo di veleno: «Se per me che ho tre azioni si è scomodato il senatore Sonego per parlare di possibile conflitto di interesse, cosa si potrà dire quando sarà ufficiale la nomina dell'ingegnere Milanese che di azioni ne ha quindici e in precedenza ne ha avute 122?». Sulla vicenda, Vagaggini preferisce però non dire altro. L'operazione dei soci per farlo saltare dalla presidenza - nei mesi scorsi si sarebbe parlato di un accordo per una riconferma - lo avrebbe lasciato molto amareggiato. Convinto, però, di lasciare una società che ha sempre dato utili.
Ma non si fermano le critiche e anche i documenti che chiedono chiarezza anche su alcune operazione di Atap compiute nel recente passato. Il consigliere comunale dei Cittadini, Piero Colussi, ha presentato ieri un'interrogazione rivolta al sindaco Alessandro Ciriani in cui si pongono alcuni interrogativi sulle procedure di vendita, nel 2016, delle quote Atap nel settore del trattamento rifiuti. «Parliamo di Snua - sottolinea Colussi - dove Atap deteneva il 54% e di Bioman dove invece la quota era del 19,50%. Di Snua viene venduto solo il 15%, come da richiesta di Bioman, mentre il restante 39% non troverà alcun acquirente. Operazione che consente comunque a Bioman di acquisire, di fatto, il controllo di Snua poiché le due società sono controllate dalla stesso gruppo. In entrambi i casi - ricorda Colussi - la gara ha visto la presenza di un'unica offerta. Ricordo poi - aggiunge - che il presidente di Atap era all'epoca anche componente del Cda sia di Bioman che di Snua. Per questo sentiamo la necessità di chiedere all'Amministrazione, cui spetta il compito di vigilare, se non ritenga opportuno avviare una verifica per accertare l'eventuale esistenza di un danno, sia a carico del Comune sia a carico di Atap, per la vendita del 15% della partecipazione in Snua e per la dismissione delle quote di Bioman». Insomma, le polemiche non si fermano.
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