Anche il macedone arrestato percepiva sussidi pubblici

Domenica 27 Novembre 2016
Anche il macedone arrestato percepiva sussidi pubblici
La madre del presunto terrorista Ajahn Veapi, il macedone che lavorava per conto dell'Isis che è stato fermato a Mestre all'inizio dell'anno con l'accusa di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale, ha fatto richiesta ai Servizi sociali di un contributo per l'affitto di 785 euro. E a breve otterrà i soldi. La richiesta inoltrata dalla madre ai Servizi sociali ha ricevuto infatti parere favorevole dall'Ambito e anche dal Comune che eroga i soldi per conto della Regione. La notizia è stata postata su Facebook dal consigliere comunale Massimo Piccini (consgliere di opposizione di centrodestra), il quale si chiede come sia potuto accadere di nuovo. Dopo tutte le polemiche sollevate sui sussidi pubblici che riceveva il macedone. «Vi ricordate - chiede sul suo post - i due reclutatori Isis (l'altro era Arslan Osmanoski, di 30 anni, espulso il 21 maggio scorso) e quello che successe dopo l'arresto e l'espulsione, perchè si scoprì che percepivano sussidi pubblici?». Il macedone Veapi, che abitava a Tiezzo, era beneficiario del fondo di solidarietà regionale di disoccupazione ed era seguito dai Servizi sociali dell'Ambito assistenziale. L'ex muratore alla Bertolo di Fiume Veneto, accusato di reclutare jihadisti percepiva dunque circa 500 euro al mese. Il consigliere Piccini, ricorda esterrefatto «che allora tutti i politici, dal Comune alla Regione, si stracciarono le vesti dicendo che bisognava modificare i regolamenti di accesso ai Servizi sociali. E ci fu lo scarica-barile tra il sindaco Marco Putto e la Regione per evitare responsabilità. Il sindaco Putto allora disse: «È una notizia che ha stupito tutti e che è impensabile». Il macedone abitava da una decina d'anni con la seconda moglie, una connazionale (la prima era italiana) e un figlio, a Tiezzo, in via IV novembre, in una palazzina, sopra l'osteria Al Ponte, dove la donna sino a poco tempo fa è vissuta con la suocera. Ora però se n'è andata. E a riguardo delle due donne, Piccini riporta il passaggio di un articolo in cui si capisce che moglie e madre erano al corrente dell'attività di Veapi (intercettata la moglie aveva detto: allora ha ragione tua madre. Tu sei l'organizzatore di tutto). «Da allora però - sottolinea Piccini - non è cambiato alcunchè! La politica non ha vigilato. Vi pare giusto che la donna che sapeva dell'attività del figlio, possa diventare beneficiaria di un assegno per l'affitto, che le sarà erogato nei prossimi giorni? Si continua a dare soldi alla sua famiglia e lo scandalo continua».
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