Allarme tubercolosi, scattano i test

Giovedì 29 Giugno 2017
Allarme tubercolosi, scattano i test
Una tosse insistente che per qualche giorno è stata curata come una brutta bronchite, ma il veloce decadimento fisico, accompagnato a una debolezza crescente, l'ha spinto a rivolgersi al Santa Maria degli Angeli.
Un caso di tubercolosi polmonare ha gettato nel panico moltissimi pordenonesi che nelle settimane precedenti avevano frequentato o erano entrati in contatto con il quarantenne straniero che dall'ospedale cittadino è stato trasferito in fretta e furia in isolamento all'ospedale civile di Udine.
Il dipartimento della prevenzione dell'Aas 5 Friuli Occidentale, mentre i colleghi friulani verificavano il grado di contagiosità del paziente, straniero (cittadino europeo), residente da oltre una decina di anni a Pordenone, dove lavora per una grande azienda internazionale, ha dovuto contattare colleghi di lavoro, vicini di casa e amici che nelle ultime settimane avevano trascorso un po' di tempo con lui, specialmente chi l'ha fatto per più di qualche ora e in un ambiente chiuso.
I bacilli della tubercolosi polmonare si trasmettono da una persona all'altra essenzialmente per via aerea: l'ammalato, tossendo, disperde nell'aria microscopiche goccioline cariche di bacilli che per un certo tempo, fluttuano e possono essere inalate da altre persone. Dal letto di ospedale, mentre attendeva l'esito dei suoi esami, accerchiato da medici e infermieri regolarmente bardati da camici e mascherine, l'uomo ha stilato l'elenco dei possibili contagiati che prontamente sono stati interpellati, in via cautelare, dalla Aas 5 cittadina.
Un lavoro non facile, perché visto la stagione estiva, più di qualcuno era partito per le vacanze e, soprattutto, qualche collega per motivi di lavoro si era temporaneamente trasferito oltreconfine. La lista peraltro era piuttosto corposa, perché riguardava anche i parenti residenti in Europa, la compagna, anch'essa residente all'estero, così come molti pordenonesi, di cui più di qualcuno con bambini piccoli che frequentano asili pubblici. Impossibile non preoccuparsi, visto che a loro volta tutti erano entrati in contatto con altre persone.
Fortunatamente, l'esito degli esami ha ridotto la portata dell'allarme. Accertato il caso di tubercolosi polmonare, come refertato già al Santa Maria degli Angeli, è emerso che la contagiosità del paziente non era tale da giustificare una chiamata collettiva, per la quale l'Aas5 aveva persino pensato di istituire una giornata straordinaria di prelievi per effettuare un primo test (l'intradermoreazione secondo Mantoux) cui ne sarebbe seguito un secondo in caso di esito positivo.
Al momento l'Azienda ha ritenuto di limitare il controllo alle persone che sono state più a contatto con il paziente che, ora in discrete condizioni di salute, è stato dimesso dall'ospedale udinese e sta seguendo le cure a casa (ma può uscire e circolare liberamente). Se non ci saranno sorprese, la cerchia più estesa di amici e conoscenti non sarà contattata.
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