Acqua, l'agricoltura in pre-allarme

Venerdì 22 Febbraio 2019
Acqua, l'agricoltura in pre-allarme
SCARSITÀ D'ACQUA
PORDENONE Troppo poca neve in montagna. E ormai, a fine febbraio, difficile pensare a super-nevicate. La pioggia c'è stata, più in montagna che in pianura. Non siamo - almeno per ora - in una fase di allarme siccità. Ma certo si può parlare di una sorta di pre-allarme. In particolare la situazione legata all'emergenza fontane in pianura - il Comune di Pordenone ha dovuto emettere i provvedimenti di non potabilità di una trentina di fontane pubbliche - è causata anche da un abbassamento delle falde acquifere. E quindi alla carenza di acqua: la falda - visto che fino a oggi non ci sono state piogge abbondanti - non si ricarica come sarebbe necessario e l'acqua delle fontane è meno pura. Di natura decisamente diverso il caso di Aviano dove l'emergenza deriverebbe da una situazione legata all'approvvigionamento dal lago di Barcis.
IL CASO FONTANE
L'inquinamento delle fontane pubbliche della città e dei diversi quartieri di Pordenone sarebbe da attribuire anche a un possibile abbassamento della falda. In una situazione di carenza di piogge la falda si abbassa e non può risalire. Le vecchie fontane pubbliche pescano a una profondità che solitamente non è mai inferiore ai 30, 40 metri. Decisamente inferiore a quella alla quale pescano i pizzi degli acquedotti (in certi casi si può arrivare anche ai 150-200 metri) che per altro hanno tutti i sistemi di filtraggio e di controllo. Di cui ovviamente non dispongono le fontane artesiane che vengono comunque regolarmente monitorare dal Comune. E dalle ultime analisi è emerso che il concentrazione di alcune sostanze (legate a pesticidi e prodotti usati in agricoltura) è risultata più alta rispetto alla soglia di rischio: da qui il provvedimento di non potabilità. È molto probabile che il divieto di utilizzo dell'acqua delle fontane per scopi alimentari rimarrà in vigore fino a nuove piogge. Solo abbondanti precipitazioni, infatti, potranno contribuire a fare innalzare le falde e quindi a fare in modo che la concentrazione delle sostanze inquinanti torni nella norma. E che l'acqua torni più pura. D'altra parte ad auspicare piogge abbondanti nelle prossime settimane - visto che difficilmente stante la stagione tornerà a nevicare - è anche il mondo dell'agricoltura.
I BACINI MONTANI
A guardare la situazione degli invasi della montagna - tranne che per quanto riguarda il lago di Barcis in secca - non ci sarebbe da essere preoccupati. Le ultime piogge delle settimane scorse hanno contribuito a riempire in particolare gli invasi della Val Tramontina che sono a un livello piuttosto alto come normalmente avviene in questo periodo. Le preoccupazioni sono legate proprio alla carenza delle nevicate che sta caratterizzando quest'inverno. L'assenza di neve potrebbe mettere a rischio le riserve per i prossimi mesi: anche se l'esperienza mostra che i mesi di marzo e aprile possono essere anche parecchio piovosi. Il problema per l'agricoltura è legato al fatto che negli ultimi anni - in seguito a diverse stagioni piuttosto siccitose - le necessità di irrigare alcuni tipi di coltivazioni viene anticipata addirittura al mese di marzo, rispetto alla stagione irrigua che ha inizio da maggio-giugno.
IL CONSORZIO
Proprio per fare fronte a questo tipo di necessità il Consorzio di bonifica Cellina-Meduna ha un piano pronto per gestire eventuali emergenze. Se le prossime settimane saranno poco generose di pioggia si cercherà di monitorare la situazione e di valutare quali colture necessiteranno dell'eventuale precedenza rispetto ad altre: vitigni e frutteti, in situazioni di siccità, vengono soccorsi prima rispetto al mais e altri seminativi. Per ora il piano è nel cassetto: nelle prossime due o tre settimane si dovrà decidere se tirarlo fuori.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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