«Abbiamo perso un sognatore» Immaginava la città verde azzurra

Martedì 23 Gennaio 2018
«Abbiamo perso un sognatore» Immaginava la città verde azzurra
IL RICORDO
PORDENONE Perdiamo un sognatore: un docente amato dai colleghi e dai suoi allievi. Ornella Varin, dirigente del liceo Grigoletti, è commossa al ricordo del docente che rappresentava la memoria storica dell'istituto. Le ha fatto eco il vice preside Walter Manzon, da anni collega della vittima: Era continuamente propositivo, aveva un'entusiastica visione della cultura: era uno stimolo per la scuola di cui ha sempre rappresentato l'anima creativa. Sapeva apprezzare gli aspetti positivi delle altre persone ed era indubitabilmente un uomo di spessore. Anche per il presidente provinciale dell'Ordine degli Architetti - di cui era stato a lungo consigliere -, Vittorio Pierini, quella di Tessadori è una grave perdita per la città: Era il nostro collegamento con il mondo della scuola - ha spiegato -: si era votato prevalentemente all'insegnamento, senza mai perdere il sacro fuoco dei progetti. Si aggiornava continuamente e aveva visioni illuminate sul recupero urbanistico del capoluogo, a partire dalla valorizzazione delle acque. Ci mancheranno le idee di città immaginarie, troppo accoglienti per essere vere, dinamiche, piene di colori, soprattutto ricche di verde e di azzurro per richiamare i parchi e l'acqua, elementi fondamentali che lui amava - lo ha ricordato l'amico giornalista Giuseppe Ragogna -. Città ricche di umanità. Ti trascinava con tanta creatività e freschezza di ideali: era sempre avanti, con la testa nel futuro. Le conversazioni erano arricchite dalla sua sottile ironia che stemperava la complessità degli argomenti. Tessadori nel 2016 si era presentato alle comunali nelle liste del Pd, ma ieri il cordoglio è stato unanime da parte del mondo della politica e dell'amministrazione locale: Pordenone piange un uomo intelligente, colto e che amava la sua città, il commiato del sindaco Alessandro Ciriani. Negli anni si era distinto come curatore di rassegne artistiche, mostre ed eventi sul design oltre ad attività e convegni sul recupero urbanistico. Era un'icona: per lui la scuola iniziava appena oltre il portone di uscita dell'istituto - gli hanno fatto eco i suoi ragazzi -: la didattica fine a se stessa non aveva senso nella sua concezione. Le sue lezioni erano piene di attualità, amava l'architettura, le sfide del domani. Si interessava alle nostre cose, ai percorsi che volevamo intraprendere, consigliandoci e spronandoci. Pensava che le valutazioni scolastiche prescindessero dalla sola conoscenza dell'argomento, perché andavano coniugate con la concretezza. Come testamento lascia la propria visione della città, che ha fornito in un recente evento pubblico: Dobbiamo divenire una sorta di Distretto della cultura: un progetto che parte da un ribaltamento di prospettiva, dalla visione di una t rovesciata formata dal fiume, lungo il quale si sono costruiti i musei e i cotonifici e che termina lungo la Roggia Vallona. È questa l'immagine che Pordenone può proiettare di sé all'esterno.
L.P.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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