Zilio, Camera: «Abbiamo fatto anche troppo, tocca a loro»

Mercoledì 25 Aprile 2018
LA REPLICA
PADOVA
A tutti gli effetti quello di Geo appare un ultimatum. Come reagisce Fernando Zilio, presidente della Camera di Commercio e attore principale sulla scena? «La verità, come ho più volte ribadito, è che noi enti pubblici non possiamo fare proprio niente a questo punto. É dal 2005 che la Fiera è in mano privata, ovvero dei francesi di Gl Events. A settembre del 2016 hanno ceduto la gestione ai padovani di Geo con un contratto di affitto di ramo d'azienda. E Geo a sua volta ha depositato l'atto di liquidazione. Direi che è una questione privata in questo momento e nella quale il pubblico c'entra per i soldi che avanza dagli uni e dagli altri e che servono per pagare il mutuo contratto per realizzare i nuovi capannoni. Di più, noi abbiamo votato una delibera nella quale abbiamo illustrato un piano secondo il quale siamo disposti a salvare l'ente. Ma devono starci anche i privati, e ce lo devono dire. Qualcuno critica il fatto che potevamo partecipare all'aumento di capitale in precedenza. Sbagliato dico io. Se guardiamo i bilanci di Geo avremmo avuto soltanto un buco da ripianare. Invece con l'operazione che abbiamo fatto abbiamo messo in sicurezza la società pubblica Fiera Immobiliare, che partecipa a Padovafiere, creando le premesse per salvare l'ente. Ma la legge prevede che possiamo farlo solo se abbiano il 51 per cento della società. Viceversa non possiamo dare soldi a fondo perduto».
Fiera Immobiliare, la società di Comune, Provincia e Camera che controlla il centro congressi e sta dentro con una sola azione nel capitale di Padovafiere spa ha ricevuto dalla Camera 13,4 milioni di euro. Insieme ai 17 milioni in immobili ereditati come buonuscita dalla partecipata Tecnoholding. E ha proposto un aumento di capitale di 8 milioni nella società Geo, tali da coprire le perdite. Quattro milioni per avere il 50,01 per cento dall'Immobiliare, altri 2 da Geo (Olivi e Griggio) e altri 2 i francesi Gl Events. In più acquisterà i marchi, dopo perizia, per 6 milioni di euro. «Questo è il piano, aspettiamo che si mettano calmi».
M.G.
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