Ustionato alle Acciaierie, il compleanno in ospedale

Domenica 18 Novembre 2018
LA TRAGEDIA
PADOVA Sono passati sei mesi e cinque giorni da quando quel crogiolo da 90 tonnellate di acciaio fuso si è schiantato al suolo all'interno di uno dei capannoni della Acciaierie Venete. È stato come se fosse caduta una bomba. L'onda d'urto, fatta di metallo incandescente e vapori bollenti, ha investito quattro operai. Sergiu Todita, 39 anni, sposato e con una figlia di 14 anni, è morto all'ospedale di Cesena dopo un mese per le terribili ustioni riportate in tutto il corpo. Altri due se la sono cavata con molto meno: uno è stato dimesso in giornata, l'altro è stato ricoverato con gravi ustioni ai piedi all'ospedale di Verona. Mentre Marian Bratu, romeno, residente a Cadoneghe con la moglie Valerica e due figli piccoli, è ancora nel reparto di rianimazione del centro grandi ustionati di Padova. Sta ancora combattendo quotidianamente contro la morte.
LA SORPRESA
Ieri Marian Bratu ha compiuto 44 anni. E per sostenere la famiglia e far sentire all'amico la loro vicinanza, un gruppo di colleghi, sindacalisti della Fiom Cgil e delle Rsu, sono andati a salutarlo. Impossibile per loro vedere dal vivo Marian: nessuno può entrare nel reparto se non i parenti più stretti. Ma almeno hanno potuto incontrare la moglie, «una donna fortissima e piena di coraggio» come ha spiegato uno dei colleghi. E non è mancato un ringraziamento a medici e infermieri, con cui hanno condiviso un cabaret di pasticcini, per festeggiare il compleanno di Marian,
«In occasione del suo 44.mp compleanno - hanno spiegato gli amici - abbiamo voluto essere vicini a Marian e alla sua famiglia in questo momento così difficile, dopo 6 mesi di lotta incessante per la vita. I lavoratori delle Acciaierie Venete hanno portato un pensiero a lui e a tutto il reparto di rianimazione che dal 13 maggio sta facendo miracoli. Continuiamo a stringere in un forte abbraccio la famiglia Bratu e, idealmente, anche Marian che ci stanno insegnando ogni giorno cosa sono la forza e la lotta per la vita».
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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