Antonio Bartucca e Giovanni Spadafora sono noti esponenti della famiglia Giglio. Lo ha reso evidente la maxi operazione Stige dei carabinieri del Ros. I segnali di operatività della Ndrangheta nel Padovano erano stati dati proprio dall'arresto di Bartucca e Spadafora nel 2015. Le indagini sui due avevano anche causato la revoca della libertà condizionata a Giuseppe Avignone, 79 anni, ndranghetista pluriergastolano che approfittava della semilibertà per incontrare proprio Spadafora e Bartucca. Nell'ordinanza di custodia cautelare dell'operazione Stige si evidenzia come i due calabresi trapiantati a Vigonza fossero gli «uomini di fiducia della cosca nel padovano» da dove garantivano «supporto logistico ed economico alla famiglia di Salvatore Giglio ogni qualvolta si sono recati a colloquio col congiunto detenuto, nonché ad Assunta Cerminara, moglie di Giuseppe Farao, anch'egli detenuto a Padova». Ma non si limitavano a ospitare i parenti dei mafiosi. I due sono accusati di «essersi occupati, unitamente a Vincenzo Giglio e su disposizione del capo cosca, di investire denaro per l'apertura o l'acquisizione di nuove attività imprenditoriali nelle zone del Padovano quali ad esempio una società immobiliare, una società che fornisse la security per i locali del padovano, nel settore della panificazione, «nonché per aver cercato di inserirsi in lavori pubblici, con ditte agli stessi riconducibili, fornendo i relativi mezzi d'opera».
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