Unionfidi, ex dipendenti infedeli alla sbarra

Martedì 21 Novembre 2017
FRODE INFORMATICA
VENEZIA Un rapporto di consulenza con Unionfidi finito male, nel 2014, con la società che accusa i tre ex collaboratori di essersi portati via una serie di dati bancari. Ora i tre sono stati rinviati a giudizio con le accuse di danneggiamento di sistemi informatici e turbativa della libertà del commercio. Lo ha deciso ieri il giudice per l'udienza preliminare di Venezia, Alberto Scaramuzza, che ha accolto le richieste del pubblico ministero Carlotta Franceschetti. Il processo ai vicentini Enrico Ferla 47 anni, Moreno Guarato, 40 anni, e Jessica Gaigher, 34 anni, si aprirà davanti a giudice monocratico di Padova il prossimo 24 aprile.
Tutto era cominciato tre anni fa dalla denuncia della Unionfidi di Padova. La collaborazione con Ferla, Moreno e Gaigher, iniziata nel 2012, si era interrotta malamente e i tre avevano aperto un'altra società. Secondo la ricostruzione della Procura i tre avrebbero installato sulla rete informatica di Unionfidi un «sistema di connessione da remoto privo di sufficienti misure di sicurezza», avrebbero cancellando i file storici, in modo da «occultare tutte le operazioni svolte sul server e sul programma gestionale», rendendo infine «totalmente inutilizzabile il database». Di qui l'accusa di danneggiamento informatico che avrebbe turbato l'«attività di commerciale di Unionfidi creando a quest'ultima gravi disfunzioni nella gestione delle pratiche con i propri clienti».
La Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio anche per il reato di concorrenza illecita, sottolineando come i tre avessero bruscamente interrotto il rapporto con la sede padovana di Unionfidi, dopo aver fatto una copia compressa del suo database, e aperto una società che operava nello stesso settore. Ma ieri il giudice per l'udienza preliminare ha prosciolto i tre da quest'accusa, disponendo il rinvio a giudizio solo per i primi due capi d'imputazione.
Si annuncia un processo che si giocherà tutto in aula. I tre professionisti hanno sempre respinto ogni accusa, sostenendo di aver fatto sempre correttamente il loro lavoro. Opposto il giudizio di Unionfidi ha seguito l'inchiesta come parte offesa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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