Tutto era iniziato con un esposto su cinque interventi di cataratta

Venerdì 28 Luglio 2017
Tutto era iniziato con un esposto su cinque interventi di cataratta
L'abuso d'ufficio e il falso non sussistono. L'assoluzione è piena. Il dottor Francesco Bisantis non operava in Clinica oculistica per fare i suoi interessi, o perché è figlio dell'ex direttore, il professor Cesare Bisantis. Operava in Clinica perché è un bravo chirurgo e un ricercatore. Prendeva quattro soldi all'anno, che non gli coprivano neppure le spese. Erano l'Università e l'Azienda ospedaliera ad avere il vantaggio economico dell'oculista.
I giudici del Tribunale collegiale, presieduti da Nicoletta De Nardus, hanno assolto ieri il dottor Bisantis, difeso dall'avvocato Giorgio Gargiulo, il professor Edoardo Midena, direttore della Clinica, difeso dall'avvocato Antonio Forza, e il dottor Stefano Piermarocchi, chirurgo della Clinica, difeso dall'avvocato Michele Godina.
E' un processo che non si doveva fare. Anni di indagini, mesi di dibattimenti, durante i quali in Clinica oculistica non si poteva operare e fare ricerca perché medici e personale dovevano essere al palazzo di Giustizia. E si sono spesi molti soldi dei cittadini per un problema che poteva essere risolto anche dentro le mura dell'ospedale. Se non altro, è stata fatta giustizia.
L'inchiesta è stata avviata sulla base di un esposto firmato dal dottor Mario Angi, oculista della Clinica, indirizzato all'allora direttore dell'Azienda ospedaliera, Adriano Cestrone, e portato in Procura. In breve, si affermava che il direttore della Clinica, professor Midena, aveva consentito a Bisantis, libero professionista e non dipendente dell'Azienda ospedaliera di Padova, di aver eseguito almeno cinque interventi chirurgici di cataratta su altrettanti pazienti del suo ambulatorio privato. E che il dottor Piermarocchi lo copriva mettendo la sua firma negli interventi.
«L'istruttoria dibattimentale ha evidenziato come il dottor Bisantis avesse regolarmente svolto la propria attività di medico oculista, se pur non strutturato presso la Clinica oculistica dell'ospedale Busonera di Padova a partire dal 2007, in forza a contratti a termine che venivano di anno in anno rinnovati, sino a quando per sbavature burocratiche, vi era stato un vuoto temporaneo successivamente colmato nell'agosto 2013 con rinnovazione del contratto dell'imputato. Il ricorrere a tali contratti a termine era necessario, come si è accertato, nell'impossibilità di aumentare l'organico dei medici strutturati all'interno della Clinica oculistica e per far fronte all'esigenza, comunque reale e impellente, di dare una risposta tempestiva alle sempre più numerose richieste di interventi chirurgici e dalla necessità di essere competitivi con altre strutture ospedaliere, come ad esempio quella dell'ospedale Sant'Antonio in cui le liste di attesa erano meno lunghe», scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza di assoluzione. Intanto, quando il dottor Bisantis firmò i contratti il professor Midena non era ancora direttore della Clinica. Poi il Tribunale ha accertato che per ogni intervento di cataratta che eseguiva il dottor Bisantis l'Asl riceveva dalla Regione 1250 euro, mentre il guadagno annuale di Bisantis era di 1500 euro l'anno.
«Non è risultato che l'esercizio dell'attività medica da parte del Bisantis all'interno della Clinica fosse motivato dall'interesse economico essendo stato accertato che la cifra annua percepita a titolo di compenso era veramente modesta e rappresentava poco più di un rimborso spese, a fronte di un cospicuo guadagno dell'Amministrazione derivante dal suo impegno» scrivono i giudici.
E il falso commesso dal dottor Piermarocchi per coprire gli interventi di Bisantis? «Ritiene il Collegio che si tratti di un'ipotesi di falso innocuo», si legge nelle motivazioni. Il dottor Francesco Bisantis ha sempre operato «alla luce del sole» non per i propri intessi, ma per quelli della Clinica oculistica.

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