Spritz, pizzette e telefonini: così cambia il commercio

Martedì 19 Febbraio 2019
LO SCENARIO
PADOVA Spritz, pizzette e un buon cellulare per scattare la foto da pubblicare. Quella del selfie con l'aperitivo è una scena sempre più ricorrente e oggi è in grado di sintetizzare alla perfezione anche le nuove tendenze del commercio padovano. A crescere, infatti, sono soprattutto due tipi di attività: da un lato i bar, dall'altro i negozi di informatica e telefonia. Due mondi che spesso e volentieri si incontrano, nell'era dei social network.
Sabato sera si è abbassato definitivamente la serranda di un'attività ventennale come la Rinascente e in città è già è scattato il toto-marchio per capire chi andrà ad occupare lo storico stabile di piazza Garibaldi. Ma oggi com'è la situazione del commercio? Partiamo proprio dai bar. I dati del Comune di Padova dicono che nel 2018 hanno abbassato la saracinesca 31 locali ma nello stesso arco di tempo le aperture sono state più del doppio: 75. Secondo le statistiche del Suap (Sportello unico attività produttive), quello dei pubblici esercizi è il settore che ha fatto registrare il saldo migliore a fine anno.
C'è un importante incremento anche nel campo dei negozi di informatica-telefonia, e in questo caso a documentarlo sono i dati provinciali della Camera di Commercio: in tutto il Padovano il numero di imprese è cresciuto del 3,4%. Niente male, in un contesto in cui quasi tutti gli altri ambiti risultano invece in calo.
SEGNI NEGATIVI
Il report della Camera di Commercio permette di delineare la situazione di tutta la provincia: possiamo notare che dopo quattro anni in aumento è arrivato un triennio di flessione. Il 30 settembre 2018, data dell'ultimo aggiornamento disponibile, le imprese operative nel campo del commercio al dettaglio erano 13.425, di cui 9.641 sedi legali e 3.784 unità locali (sedi secondarie, negozi e depositi). Padova resta saldamente la seconda provincia del Veneto dietro Venezia e si attesta al ventiduesimo posto in tutta Italia. La flessione tra il 2018 e il 2017 è del -1,1% (-154 imprese) segue quella registrata l'anno precedente (-268 imprese, - 2%). La provincia di Padova è in linea con la media regionale.
Il presidente della Camera di Commercio, Antonio Santocono, ritiene che «questo calo sia fisiologico» ma è comunque preoccupato. «La tempesta dei mercati si fa sentire - spiega - e la conseguenza è che i grandi istituti bancari riducono il credito per le piccole imprese che non sono in grado di fornire garanzie. Lavoriamo per trovare una soluzione».
I SETTORI
Le flessioni maggiori riguardano gli articoli culturali e ricreativi (-3,3% di imprese) e i prodotti per l'uso domestico (-2,9%). Le imprese del sistema moda sono diminuite dell'1,4% e il calo nel campo dell'abbigliamento è stato ben più netto rispetto a quello legato a pelletteria e calzature. Le imprese impegnate nel campo alimentari-bevande sono diminuite dello 0,5% ma attenzione: se prendiamo in considerazione solo panetterie e pasticcerie, troviamo addirittura uno -5,3%.
In questo quadro generale di flessione, però, ci sono anche i settori che fanno registrare segni positivi. Pensiamo al campo del commercio via internet, dove le imprese padovane aumentano del 6,5% (29 unità in più in un anno). In questo caso è interessante anche analizzare il trend dell'ultimo decennio: le imprese che operano nel campo dell'e-commerce tra il 2009 e il 2018 sono passate da 202 a 475. Aumentano anche quelle legate ad informatica e telecomunicazioni (+3,4%) e carburanti (+1,1%).
COMUNE PER COMUNE
Dopo il capoluogo (3.911 imprese), possiamo notare che i primi dieci Comuni della provincia per numero di imprese nel campo del commercio al dettaglio sono Abano (456), Piove di Sacco (408), Cittadella (392), Solesino (345), Monselice (328), Este (311), Albignasego (285), Vigonza (249), Montegrotto e Selvazzano (entrambi 245). In fondo alla lista Carceri, Vighizzolo e Barbona rispettivamente con 10, 8 e 4 imprese. In una situazione di calo generale, spicca il segno positivo di Piove di Sacco: 9 imprese in più rispetto all'anno precedente.
Per il Comune di Padova i dati disponibili sono quelli del Suap. Per quanto riguarda le attività di commercio al dettaglio, nel 2018 sono state registrate 231 aperture e 221 cessazioni. Alla fine del 2017 le attività in città erano 2.334 mentre il 31 agosto 2018 (ultimo dato disponibile) le attività erano arrivate a quota 2.405. C'è stato poi un vero boom per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, come detto: 31 serrande abbassate, 75 aperture. Alla fine del 2017 erano 1.017, al 31 agosto 2018 toccavano quota 1.053.
Passando poi alle medie strutture di vendita (come i piccoli supermercati, fino a 2.500 metri quadri) troviamo 4 chiusure e 8 aperture. Nel campo delle estetisti troviamo 19 aperture e 11 chiusure, mentre è negativo il saldo degli acconciatori: 12 hanno aperto, 21 hanno chiuso.
«Dai nostri numeri - evidenzia l'assessore comunale al commercio, Antonio Bressa - emerge un quadro in controtendenza rispetto a molte altre realtà. Padova tiene una certa vivacità con molte nuove aperture. Grazie al bonus Riapriamo con te, incentivo economico per chi apre un'attività in un locale sfitto, hanno riaperto 23 negozi».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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