«Spaccate, è in centro storico il nascondiglio della banda»

Sabato 29 Settembre 2018
«Spaccate, è in centro storico il nascondiglio della banda»
L'INTERVISTA
PADOVA Spaccate, danneggiamenti, furti. Sono una trentina ormai i colpi messi a segno nel cuore della città. Ma come fanno i malviventi a riuscire a farla franca? I carabinieri hanno studiato la situazione e ora seguono una pista. Lo svela il comandante provinciale Oreste Liporace, che cerca anche di inquadrare la questione, evidenziando che, se è vero che nelle ultime settimane c'è stato un boom, è anche vero che i dati parlano di una diminuzione di furti, scippi e rapine.
Colonnello, le spaccate degli ultimi tempi stanno mettendo a dura prova la pazienza dei commercianti. Cosa succede?
«Abbiamo analizzato bene la situazione. Quel che spicca è che tutti i furti o i danneggiamenti sono avvenuti nei primi tre giorni della settimana e sempre tra le 2 e le 4 del mattino. Il motivo è semplice: in quelle ore la città è deserta. Non c'è nessuno, nemmeno chi pulisce la città o raccoglie i rifiuti. Gli ambulanti dei mercati iniziano ad arrivare a un quarto alle 5. Tutto chiuso. Non è così invece il venerdì, sabato e domenica».
Ma c'è un'idea di chi siano questi predoni?
«Nella sera in cui si sono stati i furti al Bar Gallery di viale Trieste e al Well Done di via Gozzi, controllando le telecamere ci siamo resi conto che in centro girava solo una coppia di individui e un'auto sospetta. Ma nessuno usciva dal cuore della città. Questo vuol dire che questi banditi sono nascosti in centro».
Come agiscono?
«Sono veloci, in pochi secondi prendono, spaccano, entrano nei locali e rubano. Sanno dove mettere le mani, dove c'è la roba costosa come lo champagne, quindi potrebbero conoscere bene il mondo dei locali. Probabilmente agiscono così: arraffano il bottino, lo caricano sull'auto pulita che poi finisce dritta nel covo che potrebbe essere un garage in pieno centro, dove scaricano la refurtiva con calma senza essere visti. Diciamo che si tratta di malviventi che hanno studiato bene».
Quindi il centro storico deserto è il loro punto di forza.
«Se ci fosse più movimento probabilmente non agirebbero così indisturbati. Per quanto ci riguarda ogni notte abbiamo fuori in città sette equipaggi. Ora sappiamo che in Veneto arriveranno 200 carabinieri in più e parecchi saranno destinati a Padova. In questo modo potremo rinforzare il dispositivo, anche con auto in tinta civile e sicuramente arriveremo alla cattura di questi individui. I risultati li otteniamo e abbiamo dato modo di dimostrarlo come l'arresto di oggi».
Il rapinatore del centro?
«Sì, che oltretutto non si esclude possa essere collegato anche ad alcuni danneggiamenti e furti commessi ai danni di pubblici esercizi del centro. In ogni caso vorrei precisare che i dati rilevano una diminuzione dei reati».
Rispetto a quando?
«Il numero di furti e rapine è in netta controtendenza rispetto agli anni precedenti. Io non ritengo Padova una città insicura. Se dovessi uscire con la mia famiglia questa sera in centro non mi preoccuperei. Certo di recente ci sono stati più episodi in un periodo ristretto di tempo».
Secondo lei, oltre al controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine, come si può arginare questo fenomeno?
«Il fatto che ci siano ore nella notte in cui il centro è deserto, sicuramente invoglia i malintenzionati ad agire. Per evitare questo, Padova deve mettersi in moto. Se ci fossero gli addetti alle pulizie in giro o bar che aprono prestissimo mentre è ancora notte, forse sarebbe diverso. Per il resto noi stiamo lavorando in modo serio per l'individuazione di queste due figure, smilze, che si dileguano nelle strette vie della zona centrale fino a piazza Insurrezione».
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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