«Sei stato bocciato» Leonardo si uccide

Lunedì 18 Giugno 2018
IL GESTO ESTREMO
MEGLIADINO SAN VITALE Lanciarsi sotto il treno a 18 anni, dopo una bocciatura. La notizia del suicidio di Leonardo Faggion è scesa come un macigno sulla comunità di Megliadino San Vitale, ancora scossa dalla tragedia che si è consumata sabato mattina sui binari della linea Mantova-Monselice. Quella mattina Leonardo doveva presentarsi nella farmacia del paese per l'ennesima giornata di stage. Ha salutato i genitori ed il fratello ed è salito in sella alla sua bici. La famiglia non poteva immaginare che non lo avrebbe più rivisto, così come non sapeva che il ragazzo, iscritto al quarto anno dell'istituto tecnico Einaudi di Badia Polesine (Rovigo) era stato bocciato. Una notizia di cui lo studente è stato messo al corrente la mattina stessa.
LA DECISIONE
Il 18enne, al posto di raggiungere la farmacia, è andato a Borgo Veneto, in località Saletto, dove aveva deciso di togliersi la vita lanciandosi sotto un treno. Poco prima delle 10 ha appoggiato la bicicletta e si è nascosto dietro uno dei tanti cespugli che costeggiano la ferrovia, all'altezza di via Oppi in attesa del treno che lo avrebbe ucciso. Quando ha sentito che il convoglio si avvicinava, si è lanciato sui binari. Il macchinista ha tentato di frenare, ma non è riuscito a evitare l'impatto: il regionale partito da Mantova e diretto a Monselice si è fermato qualche centinaio di metri più avanti. Sui binari il corpo straziato del ragazzo. In tasca nessun documento, né biglietti d'addio che spiegassero il motivo del gesto. Identificare la vittima non è stato facile per gli agenti della polizia ferroviaria di Legnago, intervenuti sul posto insieme ai carabinieri di Este, ai vigili del fuoco a al Suem.
La prima ipotesi che era circolata parlava di un ragazzo straniero, poi però il ritrovamento del cellulare ha rivelato la tragica verità: il corpo senza vita era quello di Leonardo, che i genitori stavano cercando da un paio d'ore. Non vedendolo rientrare per pranzo, la mamma si era preoccupata e aveva lanciato un tam-tam tra gli amici di famiglia e i compagni del gruppo di sbandieratori. Qualche ora più tardi, quando gli agenti della Polfer hanno bussato alla porta di casa Faggion, in via Carducci, la preoccupazione dei genitori si è trasformata in un dolore senza fine. Lo stesso che ha colpito chi era presente alla messa delle 18.30 celebrata dal vescovo Claudio Cipolla. Sulla celebrazione, che avrebbe dovuto essere un'occasione di festa in cui presentare il nuovo consiglio dell'unità pastorale di Saletto, è calato il silenzio.
IL PARROCO
Ad annunciare la morte di Leonardo è stato il parroco moderatore don Mario Miotto. «La notizia ci ha sconvolto afferma il sindaco neoeletto Silvia Mizzon, invitata alla cerimonia insieme al collega di Borgo Veneto Michele Sigolotto la reazione di chi era lì e poi anche degli altri compaesani è stata di sconcerto e di lacrime». Nessuno infatti sospettava che Leonardo accarezzasse propositi di morte: era un ragazzo serio, disponibile, pronto a farsi in quattro per le attività del paese, soprattutto per il gruppo di musici e sbandieratori di cui faceva parte da dieci anni. «A scuola è sempre stato molto bravo» racconta Roberto De Grossi, amico di famiglia e socio del padre nel settore edile. Sulla pagella di quest'anno, aveva lasciato intendere a qualche amico, ci sarebbero state una, al massimo due materie sotto. Invece pare fossero ben di più. Ieri, alla notizia della bocciatura, si è sentito crollare il mondo addosso.
Maria Elena Pattaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci