«Se si fa una gara d'appalto poi non si può mettersi d'accordo con il

Martedì 31 Maggio 2016
«Se si fa una gara d'appalto poi non si può mettersi d'accordo con il privato che l'ha vinta per cambiarne i termini. Questa rinegoziazione per la giurisprudenza è contraria al principio della concorrenza ed è anche poco trasparente. Segnaleremo il caso all'Autorità nazionale anti corruzione».
Il caso è quello della convenzione fra Comune e privati sul restauro del frontone dell'ex Foro Boario di Prato della Valle, contestato ieri dal deputato Pd Alessandro Naccarato e dal capogruppo in consiglio comunale Umberto Zampieri. «La Convenzione approvata nel 2009 prevedeva un project con la ristrutturazione e gestione degli spazi del frontone da parte dei privati insiem alla realizzazione di un parcheggio sotterraneo da 600 posti che ora non si farà più perché il Comune lo ha revocato nel dicembre del 2015». È rimasto un parcheggio in superficie da 490 posti. «Ma questa è una procedura illegittima. Il bando andava rifatto perché ci sarebbero potuti essere altri privati interessati. E poi se si modifica l'oggetto del bando come mai l'unico che può beneficiarne è quello che ha vinto? Non si trasforma una procedura ad evidenza pubblica in trattativa privata. Oltrettutto a leggere il nuovo piano particolareggiato questo avviene su sollecitazione dei privati stessi che hanno, si scrive, rivisto le loro proposte progettuali. È il privato che decide le modifiche?»
Altre iniziative ci saranno, dicono i dem, dopo la firma. Per ora siamo al punto che i privati hanno approvato la proposta del Comune che prevede il loro uso esclusivo della piazza per 39 anni e la percentuale del 14 per cento sul fatturato complessivo ovvero sia della sosta che dei canoni dei negozi per l'amministrazione. I lavori dovrebbero cominciare dopo la festa del Santo.
Come si è arrivati a questa situazione? Quando Bitonci nell'estate 2014 aveva dichiarato che non si sarebbe più scavato i privati avevano già messo le mani avanti. Se non si fanno più i parcheggi sotterranei c'è la penale da pagare, avevano sottolineato, che è pari al 10 per cento della base di gara, 10 milioni e 34 mila euro. Insomma 1 milione di euro. Ma non basta. Avevano già fatto i conti del "rimborso spese" per il parcheggio sotterraneo, 931mila 013 euro, risultante di 470mila 125 euro per spese tecniche di progettazione, 160mila 888 per le indagini e gli scavi archeologi e 300mila di spese legali per consulenze e istruttorie bancarie e gestione della società dal 2009 al 2015.
Dall'altra parte se il Comune non avesse fatto più i parcheggi la Corte dei Conti avrebbe potuto benissimo obiettare che l'interesse pubblico del project-financing si sostiene con la realizzazione del park che poi ritornerà alla città. Se non c'è non si può concedere gratuitamente un'opera pubblica come il frontone dell'ex Foro Boario ad un privato. E dunque l'amministrazione sarebbe stata citata per danni.
Ma Zampieri puntualizza: «A noi sembra un esproprio al contrario. Prato della Valle dato senza gara. Ho chiesto i pareri di congruità alla trattativa con un accesso agli atti per capire i numeri dell'operazione ma nessuno me li ha forniti. E resta un sospetto. Siamo sicuri che serva un project per un restauro? Non poteva farlo una società controllata dal Comune?»

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