«Rimane l'allarme povertà, è necessaria la riforma»

Lunedì 16 Aprile 2018
I COMMENTI
PADOVA «La situazione non è certo rosea ma rispecchia l'andamento nazionale e regionale spiega Franco Piacentini, già segretario Cgil alla Camera del Lavoro di Padova, che ha studiato i dati Inps per poi predisporre accurate tabelle-. Con 800 euro la persona pensionata non arriva serenamente a fine mese. Attualmente, come dimostra il Centro Studi della Cgia di Mestre, si contano circa 900 mila veneti in povertà assoluta o a rischio povertà». Lo scenario, secondo l'esperto, non è positivo. «Il 70% degli attuali assegni pensionistici continua ad essere bloccato su un valore medio di circa 800 euro lordi mensili- evidenzia -. La contrazione è causata della riforma Fornero. Per restituire dignità ai pensionati di oggi e dare certezze ai giovani, che saranno gli anziani di domani, risulta inevitabile e necessaria una nuova riforma previdenziale, per cui devono prevalere buon senso, serietà, disponibilità politica, concertazione sociale tra Cgil, Cisl, Uil, associazioni imprenditoriali e governo. Altrimenti il sistema pubblico previdenziale - conclude - potrebbe subire serie ripercussioni finanziare negative. Basta slogan elettorali: ora serve serietà per una concreta e condivisa riforma pensionistica».
L'ALLARME
Anche Emanuele Ronzoni, segretario nazionale di Uil Pensionati e coordinatore di Uil Pensionati Veneto, invoca un intervento concreto. «Il dato padovano evidenzia che purtroppo ci sono moltissime pensioni sotto la soglia dei mille euro, anche se spostando l'occhio fuori regione notiamo come Padova sia ampiamente nella prima metà delle città italiane. Qui siamo in ogni caso di fronte ad un Paese che non sta mettendo in campo politiche a favore degli anziani. Sfido chiunque a vivere una vita dignitosa, magari dopo aver versato contributi regolarmente per 40 anni, con solo 800 euro al mese. E' difficile in questa situazione potersi permettere una vecchiaia tranquilla, e nell'ultimo decennio il potere d'acquisto delle pensioni è diminuito del 30%».
Cosa chiedere al prossimo governo? «Il colore politico non ci interessa, l'importante è che venga avviato un serio studio per riformare il sistema pensionistico che comprenda un paniere ad hoc per le persone anziane. Continuiamo a sostenere che deve esserci una netta separazione tra previdenza, in capo all'Inps, e assistenza, che dovrebbe invece essere finanziata grazie alla fiscalità generale. E' importante che le pensioni recuperino potere d'acquisto: il prossimo governo deve capire che dare una risposta agli anziani significa dare una risposta al 30% della popolazione. Siamo pronti a combattere perché la situazione non è certo rosea, e i dati padovani lo dimostrano».
Elena Di Gregorio, segretaria generale dello Spi Cgil del Veneto, sottolinea «l'allarmante condizione di difficoltà in cui versano gli anziani costretti sempre più a fare i conti sia con bassi livelli di reddito, sia con l'arretramento dei servizi alla persona e della sanità, tanto che ci sono alcuni pensionati che rinunciano addirittura alle cure. Anche la penalizzazione economica delle donne è un gap che deve essere superato».
G.Pip.
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